Il Consiglio regionale, ha votato – dopo 20 ore di dibattito, proseguito tutta la notte – la modifica al Regolamento interno per i lavori dell’Assemblea. In prima lettura il provvedimento ha visto 16 voti a favore, un astensione (quella di Mario Mazzocca, Sel) e 9 voti contrari. Non essendo stato raggiunto il quorum di 21 voti (maggioranza qualificata richiesta), la modifica tornera’ in Aula per una seconda lettura. Se anche in questo caso dovesse mancare il quorum di 21 voti, in terza lettura sara’ sufficiente la maggioranza semplice. La novita’ principale della modifica riguarda la previsione dei cosiddetti “emendamenti d’urgenza”, che la Giunta puo’ presentare sia in Consiglio, che in Commissione, e che “esprimono l’orientamento conclusivo del progetto”. Questi emendamenti vengono votati per primi e la loro approvazione determina la decadenza di ogni altro emendamento o subemendamento.
“Ancora una volta abbiamo avuto ragione noi e torto le piazzate, perche’ di questo si tratta. Il teatrino inscenato dalle opposizioni sulla presunta norma bavaglio e condita di ulteriori epiteti, ha lasciato poi il posto alla scoperta che la stessa norma e’ stata in vigore da anni nella Regione Piemonte, notoriamente illiberale e bolscevica, finanche simile ad altre regioni italiane. In questa norma si stabilisce il principio sacrosanto, laddove il governo regionale ne ravvisi urgenza, di evitare il blocco ostruzionistico dato dagli emendamenti”. Cosi’ il consigliere regionale del Pd Camillo D’Alessandro – sulla norma relativa alla modifica del Regolamento in Consiglio approvata, comunque, solo in prima ‘lettura’.
“Per applicare questa norma si devono pero’ verificare due condizioni: la condizione di urgenza e l’ostruzionismo. Se pero’ un’opposizione esiste in vita solo grazie alla quantita’ di emendamenti ostruzionistici e non per la qualita’ delle proposte – sostiene D’Alessandro – finisce poi per inscenare la farsa di ieri sera e la conseguente brutta figura. Tuttavia abbiamo assunto l’impegno di modificare ulteriormente il testo, venendo incontro alle aspettative di maggiore garanzia del diritto delle opposizioni. Per essere chiari eravamo disponibili a modificare la norma da subito, ma a causa della non volonta’ di una parte dell’opposizione l’accordo raggiungibile e’ saltato. Tuttavia manterremo l’impegno assunto in aula e tra due consigli l’Abruzzo non avra’ una legge bavaglio ma un “Salva Abruzzo”. Quando verra’ ricostruita la storia della Regione Abruzzo si comprendera’ che gran parte del debito pubblico lasciato in eredita’, parliamo di 530 milioni di euro, deriva in larga parte proprio dalla pratica emendativa e ostruzionistica, per dirla in parole chiare: faccio ostruzionismo per trattare. Oggi la maggioranza – conclude D’Alessandro – porta a casa non solo il primo passo verso la modifica del regolamento ma approva anche il differimento dei termini relativamente alla Legge sulle costruzioni in zona sismica, il progetto sui disturbi DSA, l’autoporto di Castellalto e la risoluzione sull’accorpamento delle Prefetture”.
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