Salutate i vostri affetti più cari e preparatevi a dire addio a questa terra nel miglior modo possibile. Un asteroide colpirà infatti la terra la prossima settimana e metterà fine alla vita sul pianeta come noi la conosciamo. È questa la bizzarra e apocalittica teoria di Robert Walsh, ricercatore capo dell’Università del Lancashire, in Inghilterra, resa nota questa mattina dal Mirror. Lo studioso non ha stabilito una data precisa in cui il corpo celeste entrerà in contatto con la terra, ma ha parlato di un giorno tra il 22 ed il 28 settembre prossimo. In quei giorni infatti la terra potrebbe vivere un vero e proprio inferno, secondo il ricercatore, tra terremoti, tsunami e piogge di meteoriti. Tra le rocce spaziali, secondo Walsh, dovrebbe esserci quella più importante, che metterebbe fine alla storia del nostro pianeta, almeno per come lo conosciamo noi.
Nel corso della sua esistenza, la Terra è stata più volte colpita da meteoriti di enorme massa. Il più celebre, ovviamente, è quello che avrebbe messo fine alla vita dei dinosauri, provocandone l’estinzione, ma lo studioso britannico ha ricordato anche quello caduto appena due anni fa a Chelyabinsk, in Siberia. Uno schianto che fu ripreso dalle telecamere e provocò ingenti danni e anche alcuni feriti. Danni che sarebbero potuti essere ben più significativi, qualora la roccia spaziale si fosse infranta contro centri più popolosi come una delle grandi metropoli in giro per il mondo.
Resta da capire, come sia possibile che la Nasa non si sia accorta della prossimità di questo meteorite devastante al nostro pianeta. Il rischio di collisione tra la Terra ed altri corpi presenti nello spazio è infatti preso molto sul serio all’interno dell’agenzia spaziale e soltanto 5 mesi fa, ad aprile, l’Agenzia Spaziale Europea ha tenuto un convegno, che ha visto la partecipazione di numerosi esperti di tutte le discipline che si occupano dello spazio, sulla possibilità che la terra entri in collisione con un asteroide di grandi dimensioni. A dispetto della grande attenzione delle agenzie spaziali sul tema, l’allarme del dottor Walsh non è stato minimamente preso in considerazione e dalla Nasa si sono affrettati a tranquillizzare tutti sulla totale infondatezza di questa ennesima teoria della fine del mondo. “Se ci fosse un corpo celeste capace di distruggere la terra a settembre, l’avremmo sicuramente visto”, assicurano dalla Nasa, che tra le sue strutture, dispone anche di un ufficio apposito che si occupa di tutti gli oggetti che orbitano intorno alla Terra, a distanza limitata.
Nonostante le autorevoli rassicurazioni però, sicuramente qualcuno si preparerà, probabilmente nemmeno per la prima volta nella sua vita, ad affrontare l’apocalisse, mentre altri si lasceranno prendere dal panico. Le persone infatti, sin dall’antichità, sono fortemente attratti dall’idea della fine del mondo. Probabilmente, l’idea di conoscere esattamente il giorno in cui tutto finirà aumenta il senso di controllo sulle proprie vite, solitamente al centro di una condizione di indeterminatezza, che rende difficile la pianificazione, aumentando la precarietà, anche solo a livello inconscio. I problemi veri però, per coloro che ci hanno creduto, iniziano quando il mondo effettivamente non finisce e la vita ricomincia a scorrere inesorabile, imprevedibile e a tempo indeterminato.
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