«Basta commuoversi, serve muoversi». Ad affermarlo, in relazione alla situazione di profughi e richiedenti asilo, è il consigliere straniero al Comune dell’Aquila Gamal Bouchaib.
«Dopo la strage dell’ottobre 2013 di Lampedusa – continua Gamal – abbiamo visto e ascoltato politici di grande responsabilità promettere “mai più tragedie”, invece oggi siamo di nuovo a piangere addirittura i bimbini, come Alyan, dimenticadoci da dove arriva. E’ in corso uno sterminio in mare ed è scorretto parlare del Mediterraneo come cimitero, invece del più corretto termine “fossa comune”. In questo quadro le azioni di urgenza e non di emergenza da intraprendere devono essere all’altezza. Non sono all’altezza le missioni diplomatiche o militari in Libia. Ancor meno i blocchi navali e gli aiuti alle dinastie dittatoriali da dove scappano i richiedenti asilo. Il silenzio assordante sulla vasta destabilizzazione dalla Siria all’Iraq e dall’Egitto al nord Africa sta diventando sempre di più un elemento di forza per l’Isis e soprattutto l’opera di internalizzazione del conflitto contro il califfato».
«Servono strumenti all’altezza – conclude Gamal – operazione di pattugliamento e di salvataggio in mare (come l’esempio formidabile di mare nostrum); interventi capillari su tutta l’area oggetto di guerra dei caschi blu dell’ONU per portare aiuti agli sfollati nei paesi di transito (Giordania, Libano, Libia e così via); superamento del regolamento di Dublino. Serie e appropriate valutazioni parlano di quasi 500mila persone che stanno per partire per l’UE; se fosse così ad ogni stato toccherebbero 18 mila profughi e richiedenti asilo, facendo le dovute compensazioni sulla base della popolazionie, Pil, estensione geografica. Questo piano sarebbe una sanatoria strutturale per scongiurare
l’ingovernabilità di un problema strutturale, visto che nel mondo ormai i profughi e richiedenti asilo sono 53milioni».
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