Letteralmente “welfare” significa benessere, una parola che assume un significato ben piu’ profondo quando viene usata come punto di arrivo della cura contro il dolore, sia cronico che occasionale. Per questo Alberto Leonardis, l’imprenditore abruzzese che ha finanziato il progetto di una Scuola, prima in Italia, per l’alta formazione di medici e infermieri terapisti del dolore, ha scelto di usare questa parola, welfare appunto, per individuare la creazione di una rete nazionale di cura del dolore cronico che prevede l’attivazione di 115 centri in tutte le regioni d’Italia entro il 2016.
“E’ un progetto sociale che diventa impresa – spiega Leonardis – e che punta ad offrire uno sbocco professionale ai medici, circa duecento per lo piu’ italiani e dell’Est Europa, che a febbraio frequenteranno per sei mesi a Sulmona (L’Aquila) la prima Masterclass Europea sul Governo Clinico della Terapia con Farmaci della Classe Oppioide e Cannabinoide”. E come la scuola di alta formazione sulla terapia del dolore e’ stata intitolata a Giovanni Leonardis, padre di Alberto nonche’ medico recentemente scomparso precursore nello studio e nell’uso di questi farmaci che permettono alle persone di affrontare dignitosamente il dolore causato da vari tipi di malattie, cosi’ anche la societa’ che agira’ operativamente nei vari centri italiani porta il suo nome, “Giovanni Leonardis Welfare”.
“L’idea e’ nata da semplici constatazioni di fatto – chiarisce l’imprenditore – visto che in Italia circa 13 milioni di persone soffrono di dolori di vario tipo, che non riguardano solo le malattie legate a tumori, e che le nuove frontiere della terapia del dolore possono contribuire ad ottenere una migliore qualita’ di vita. Visto che, nonostante il Parlamento abbia approvato all’unanimita’ una legge, la 38 del 2010, per garantire ad ogni cittadino le terapie necessarie, l’Italia e’ ancora molto indietro, ed esiste un reale deficit di risposta del sistema sanitario nazionale. Basti pensare alle liste di attesa in ogni regione legate alla richiesta di cura del dolore.
L’impresa sociale che e’ nata da questo progetto vuole offrire alla gente la possibilita’ di star meglio senza per questo creare nuovi locali, bensi’ andando ad occupare una stanza nelle cooperative sociali e nelle realta’ della sanita’ privata convenzionata gia’ esistenti sul territorio, dove si curera’ il dolore attraverso un metodo all’avanguardia che godra’ della garanzia di una struttura come la Fondazione Isal, l’Istituto di Scienze Algologiche di Rimini che da anni si occupa della ricerca scientifica e della formazione dei medici. In questo modo gli operatori medici e infermieri che formera’ la scuola di Sulmona potranno applicare le conoscenze acquisite che consistono anche in tecnologie innovative e nell’uso della telemedicina per la cura dei pazienti a distanza, cioe’ a domicilio”. La Scuola abruzzese “Giovanni Leonardis” formera’ medici, anche di base, sull’uso di farmaci che sono piu’ efficaci e meno dannosi dei cosiddetti “Fans”, cioe’ i classici antinfiammatori, in cui uso prolungato produce danni a carico dell’apparato digerente e al fegato, oltre ad aumentare il rischio di insufficienza renale e di complicazioni cardiovascolari. Secondo quanto riferisce Leonardis “e’ stato dimostrato, invece, che l’uso di farmaci oppioidi, cannabinoidi e derivati ha enormi potenzialita’ nella cura efficace del dolore cronico, alleviando le sofferenze di un grandissimo numero di persone al di la’ dei pregiudizi sedimentati”.
Mal di schiena, emicrania, artrosi, nevralgie, dolori alle articolazioni, fuoco di sant’ Antonio, sono alcuni degli esempi di malattie caratterizzate da dolore cronico che, se non diagnosticato in tempo e curato in modo adeguato, puo’ cronicizzarsi e diventare esso stesso una vera e propria malattia che non abbandona piu’ la persona. In Italia 13 milioni di persone ne soffrono. La maggior parte sono donne. Solitamente si e’ portati a pensare che questo problema riguardi soltanto i malati di tumore, ma al contrario sono tantissime le patologie che la terapia del dolore puo’ alleviare e contribuire ad ottenere una migliore qualita’ di vita.
“Troppo spesso si sottovaluta il dolore cronico – spiega il professor Gianvincenzo D’Andrea, vice presidente della Fondazione Isal, Istituto di Scienze Algologiche di Rimini che da anni si occupa della ricerca scientifica e della formazione dei medici – invece in Italia un cittadino su quattro ne soffre, ma continua ad affrontarlo in maniera superficiale con cure poco appropriate. Per trattare bene la patologia bisogna conoscerla, perche’ esistono tante situazioni di dolore a seconda della malattia che lo provoca e ogni dolore e’ trattato in modo diverso”. I dati dicono che nel 18 per cento dei casi i pazienti che soffrono di dolore cronico ammettono di vivere un senso di abbandono e la sensazione di perdere il proprio ruolo all’interno della famiglia, al 22 per cento degli intervistati e’ stata diagnosticata depressione mentre il 50 per cento prova un senso di sfiducia e di malessere.
“In Italia la legge risulta essere il piu’ delle volte inapplicata per la mancanza di strutture adeguate – continua il professor D’Andrea – e poi per trattare bene la patologia bisogna conoscerla. L’intento della Fondazione Isal, di cui faccio parte, e’ proprio quello di colmare il gap di ricerca e di diffusione di tale terapia. E con la nascita della Scuola Europea di Alta Formazione “Giovanni Leonardis” si potra’ fare un enorme passo in avanti per allinearci agli standard europei e mondiali”.
Per supportare la nuova istituzione si e’ costituita in Abruzzo l’Associazione “Amici della Fondazione di ricerca sul dolore Isal – Giovanni Leonardis” brevemente detta “Amici di Isal” che ha appunto come scopo la solidarieta’ sociale nel campo dell’assistenza all’uomo sofferente e che punta molto sull’attivita’ di formazione di personale medico e paramedico. La Scuola abruzzese “Giovanni Leonardis”, e’ stata inaugurata a Sulmona lo scorso 30 maggio e ha ricevuto numerose richieste di iscrizione.
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