La “Banca della Terra d’Abruzzo” è da ieri legge della Regione Abruzzo. Il Consiglio regionale, nella seduta che si è conclusa in tarda serata, ha infatti approvato il progetto di legge che punta a recuperare i terreni incolti o abbandonati, di proprietà pubblica – ma anche privata – per assegnarli, dietro pagamento di un canone stabilito, a coloro che vogliono avviare un’attività agricola, ma non possono farlo perché non hanno appunto i terreni da destinare alle coltivazioni. Si tratta della prima proposta di legge, a firma M5S, che viene approvata in Aula.
La legge è figlia di un’idea molto semplice, pensata e presentata in aula dai consiglieri del Movimento 5 Stelle lo scorso agosto, per permettere a giovani e non di avviare nuove attività agricole. Alla base delle future iniziative, la concessione di terreni incolti o abbandonati, di proprietà pubblica o privata, da recuperare o curare per riavviarne la coltivazione. Questi terreni, fungeranno da volano per lo sviluppo del settore agricolo regionale, per la produzione di prodotti autoctoni e per la nascita o ampliamento delle aziende del settore. Il tutto con una predilezione per i giovani e per i neofiti delle aziende agricole e delle cooperative.
La legge ha quindi l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro e di recuperare i terreni abbandonati o non ancora coltivati, anche per migliorare l’aspetto idrogeologico del territorio regionale.
Delineati gli obiettivi e approvata la legge ora occorrerà passare alla parte pratica e a creare “La banca delle terre d’Abruzzo”. A censire cioè tutti i terreni disponibili per inserirli all’interno di una banca dati. Una volta compiuta questa operazione, i potenziali futuri imprenditori interessati potranno formulare la richiesta di assegnazione, corredata da un piano di sviluppo che contenga al suo interno gli obiettivi produttivi e anche un programma temporale per lo svolgimento dei lavori di recupero o di prima coltivazione.
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