Mentre papa Francesco dagli Usa sprona il mondo ad aprire le porte ai migranti, l’Europa continua a fare i conti con i muri. L’Unione europea ha chiesto alla Croazia di chiarire “urgentemente” il blocco alle frontiere con la Serbia, anche del traffico pesante. La Commissione arriva a ipotizzare anche una possibile violazione dell’accordo di associazione di Belgrado con l’Ue, primo passo verso un futuro ingresso nell’Unione. Richiamata, la Croazia si e’ subito messa in linea: a stretto giro di pOsta, il premier Zoran Milanovic, ha annunciato che eliminera’ “entro oggi o domani” le restrizioni. Intanto il premier ungherese, Viktor Orban, ha escluso l’ipotesi di aprire un ‘corridoio umanitario’ che consenta ai rifugiati di attraversare i confini, superare l’Austria e arrivare direttamente in Germania; ed e’ tornato a difendere le barriere: “Il muro alla frontiera con la serbia sta funzionando, faremo lo stesso con la Croazia”. L’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, ritiene che l’afflusso di 8mila profughi al giorno non e’ destinato a diminuire, tutt’altro: potrebbe essere “la punta dell’iceberg”, come ha spiegato il coordinatore regionale dell’agenzia dell’Onu, Amijn Awad.
A breve infatti si ‘aprira’ un fronte iracheno: secondo l’Onu, al momento in Iraq ci sono 3,2 milioni di sfollati e 10 milioni di persone che, da qui alla fine dell’anno, avranno bisogno di aiuto umanitario. Ma non solo: l’Onu -ha messo in guardia il vice-coordinatore degli affari umanitari, Dominik Bartsch- prevede che mezzo milione di persone si muoveranno da Mosul, quando le forze irachena decideranno di riconquistare la citta’, ora nelle mani dei fondamentalisti dell’Isis. Il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, insiste che le regole di Dublino sono ormai superate e chiede alol’Europa di riformarle, anche decidendo a maggioranza in caso fosse necessario. E nessuno, aggiunge, si illuda di poter fermare “questo mare di gente disperata” perche’ il fenomeno migratorio e’ “un fatto con cui dovremo fare i conti ancora a lungo”.
Secondo Mogherini, anche se si riuscisse a fermare la guerra in Siria, il flusso dei migranti verso l’Europa non si fermerebbe: “Oggi la Siria e’ in primo piano con i suoi 4 milioni di rifugiati all’estero e gli 8 milioni di sfollati sul suolo siriano. Ma oltre la Siria c’e’ un mondo di guerre, carestie, miseria”, rileva. “Se anche per miracolo si risolvesse domani il problema siriano, la Libia resta un corridoio aperto e incontrollato verso l’Europa, almeno fino a quando non si riesce a ricostruirvi uno Stato”.
Secondo gli ultimi dati dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, dall’inizio del 2015 dal Mediterraneo al momento sono arrivate 488mila persone.
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