Il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen inizia il repulisti dopo lo scandalo che lo ha coinvolto, con i software di omologazione che truccano i dati sulle emissioni. L’azienda di Wolfsburg ha fatto sapere di aver sospeso i capi dei settori ricerca e sviluppo di Volkswagen, Audi e Porsche, tre dei dodici marchi della holding. La notizia si apprende tramite le agenzie di stampa europee, che citano fonti interne alla casa automobilistica tedesca. Questa operazione era abbastanza nell’aria dopo che nei giorni scorsi il Consiglio di supervisione aveva già preannunciato la possibilità di sospensioni e licenziamenti.
Nel frattempo, su Volkswagen iniziano ad abbattersi come un ciclone, le conseguenze legali dello scandalo. In Spagna, sede di Seat, un altro dei marchi del gruppo, il sindacato Manos Limpias ha fatto sapere di aver denunciato la casa automobilistica tedesca per frode, mentre dagli Stati Uniti arriva la notizia della prima causa intentata dagli azionisti del gruppo. Un fondo di investimento pensionistico con sede in Michigan, avrebbe mosso, nei confronti della Wolkswagen, l’accusa di aver messo in atto un piano fraudolento nei confronti dei suo stessi azionisti.
I guai però ci sono anche in casa, perché l’ufficio automobilistico tedesco si è detto pronto a sospendere il permesso di circolazione e vendita per i veicoli Volkswagen, qualora entro 10 giorni le vetture diesel non fossero “ripulite” del software illegale. Un dispositivo presente su 2,1 milioni di autovetture, degli 11 milioni complessivi in circolazione. Nel frattempo, in Italia, la Volkswagen ha deciso di bloccare le vendite dei modelli Euro 5, sui quali è montato il motore diesel EA 189 finito sotto accusa per le emissioni. Si tratterebbe, hanno fatto sapere i vertici Volkswagen del nostro Paese, di una “misura precauzionale”, in attesa di ricevere dalla casa madre ulteriori “chiarimenti e dettagli”.
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