Mark Zuckerberg, padrone e fondatore di Facebook, torna a far parlare di sé, in veste di promotore della connessione globale tra gli individui. Dopo aver parlato di fornire internet ai quattro miliardi di persone che al mondo ancora non hanno la possibilità di accedervi (progetto internet.org), l’informatico californiano oggi ha lanciato una nuova proposta nel corso di un pranzo organizzato dalla United Nations Private Sector Forum, al quale hanno preso parte anche numerosi capi di governo di tutto il mondo. Il proprietario di Facebook si è offerto di aiutare le nazioni unite a fornire una connessione internet ai campi profughi, per permettere a tutti i rifugiati di accedere alla rete. “Non si tratta solo di altruismo”, ha spiegato Zuckerberg. “Traiamo tutti beneficio da una maggiore connettività”.
Il 30enne nativo di White Plains non è entrato nello specifico della sua proposta e le modalità con le quali Facebook fornirà il proprio apporto nella realizzazione di questa iniziativa, ma sicuramente questa nuova uscita può essere inserita nell’ambito di quell’ambizioso programma, per ora soltanto ideale, di connettività globale portato avanti da Zuckerberg. Un progetto per il quale il giovanissimo e ricchissimo imprenditore ha ricevuto molte critiche da numerose associazioni, secondo le quali Internet.org violerebbe i principi di neutralità della rete per quanto riguarda l’accesso ad Internet delle persone in stato di povertà.
Significativo, che al fianco del proprietario di Facebook, durante il pranzo, fosse seduto il cancelliere tedesco Angela Merkel, dopo che la Germania, tramite il proprio ministro della giustizia Haas, aveva accusato il social network blu, di non fare abbastanza per il contrasto del razzismo e dell’odio sulla piattaforma social. Il cancelliere ha approfittato del pranzo con i più importanti imprenditori del mondo per rivendicare l’orientamento della Germania verso obiettivi legati allo sviluppo sostenibile e ha esortato gli stessi commensali ai quali si rivolgeva a mettere un freno alla corruzione e alle azioni disoneste.
Lascia un commento