Dopo decenni di dittatura militare, il prossimo 8 novembre, in Myanmar, si terranno le prime elezioni libere. Per l’occasione, l’Unione Europea invierà un centinaio di propri osservatori. Ad annunciare il loro invio, è stato il capo della diplomazia dell’Unione Federica Mogherini, sottolineando come l’UE voglia continuare ad impegnarsi nel processo di transizione democratica del paese asiatico. “Elezioni svolte in un contesto tranquillo e inclusivo aiuteranno a consolidare nel paese riforme ormai divenute irreversibili”, ha affermato l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione.
La missione sarà composta da nove analisti elettorali più 30 osservatori a lungo termine e 62 a breve termine. A questi si aggiungeranno altri diplomatici Ue e una missione direttamente inviata dall’Europarlamento. Il partito di opposizione, capeggiato dal premio Nobel per la pace 1991 Aung San Suu Kyi, Lega Nazionale per la Democrazia, è al momento considerato favorito per la vittoria. Il partito Nld vinse le elezioni del 1990, ma la giunta militare in quell’occasione respinse i risultati e mise l’attivista agli arresti fino al 2010. Nel 2012 San Suu Kyi conquistò un seggio in Parlamento. San Suu Kyi non potrà però partecipare attivamente alle elezioni presidenziali, perché sposata con uno straniero da cui ha avuto dei figli. In un video messaggio inviato nei giorni scorsi San Suu Kyi aveva sottolineato che il voto dell’8 novembre è un “crocevia” per la storia del Myanmar. “Per la prima volta dopo decenni – aveva detto – il nostro popolo avrà davvero la possibilità di portare un vero cambiamento. Questa è una chance che non dobbiamo farci sfuggire”. La leader birmana aveva anche invitato la comunità internazionale a vigilare sulle operazioni di voto per evitare brogli, per questo probabilmente accoglierà con favore la notizia che arriva dall’Europa dell’invio degli osservatori dell’Unione.
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