In Germania, il nuovo ad di Volkswagen, Matthias Mueller, ha annunciato il ritiro di 11 milioni di veicoli che conterrebbero il software per frodare i test sulle emissioni costato la testa al suo predecessore, Martin Winterkorn. Rivolgendosi a mille top manager del gruppo, in un discorso a porte chiuse nel quartier generale di Wolfsburg, Mueller ha promesso un piano “esaustivo” che risolva una volta per tutte il problema dei software truffaldini grazie a soluzioni tecniche che verranno comunicate ai clienti “in pochi giorni”.
In sostanza, ai proprietari di vetture diesel truccate verra’ spiegato come rimettere le proprie vetture in regole. La soluzione dovra’ essere annunciata entro la scadenza del 7 ottobre, fissata dall’autorita’ tedesca Kba. “Abbiamo davanti un cammino faticoso e un sacco di duro lavoro”, ha dichiarato Mueller, secondo quanto apprende l’agenzia Reuters, “saremo in grado di fare progressi solo a piccoli passi e ci saranno battute d’arresto”. Il nuovo ad ha inoltre annunciato uno scorporo del marchio Volkswagen, destinato in futuro a diventare “indipendente” come Audi e Porsche.
Intanto le conseguenze dello scandalo tedesco si vedono anche a migliaia di chilometri di distanza, con i governi che aumentano la vigilanza sulle casa automobilistiche. In ultimo, il governo giapponese ha ordinato un’inchiesta sui maggiori produttori di automobili locali (Toyota, Nissan, Mazda e Mitsubishi) e sugli importatori di marchi europei, per verificare se i loro veicoli rispettino gli standard sulle emissioni di gas inquinanti. Misure analoghe sono gia’ state adottate da vari altri Paesi, tra cui Gran Bretagna, Francia e Corea del Sud. I risultati dei controlli, ha annunciato il ministro dei Trasporti, Akihiro Ohta, verranno consegnati venerdi’ prossimo.
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