Oggi alle ore 18 nella sala Tosti dell’Aurum a Pescara si terra’ l’incontro con Lorenzo Salvia, giornalista de Il Corriere della Sera, autore del libro ‘Resort Italia. Come diventare il villaggio turistico del mondo e uscire dalla crisi’. Conversano con l’autore Giuliano Di Tanna, giornalista de Il Centro, e Luciano D’Alfonso, presidente della Giunta regionale.
“Il turismo – spiega la nota di presentazione del volume – e’ il migliore degli export possibili: e’ l’unico comparto del Made in Italy che lascia da noi non solo il marchio ma anche la produzione, i lavoratori e gli stipendi. Da sola, pero’, la nostra ‘grande bellezza’ non e’ sufficiente a garantirci il successo. E’ arrivato il momento di passare dal ‘museo deposito’ al ‘modello Ikea’, per coltivare quella dimensione industriale del turismo e della cultura che finora abbiamo ignorato”.
Lorenzo Salvia parte da una constatazione: “mentre rincorriamo un passato che non tornera’ – quello dell’Italia quinta potenza industriale – non ci accorgiamo che intorno a noi c’e’ un’altra ‘industria’ che tira come non mai. E nella quale possiamo essere davvero i migliori. Il turismo, in crescita a livello globale, e’ infatti l’unico settore a prova di Cina e delocalizzazione. Non e’ soltanto una questione di beni culturali: chi decide di venire in Italia lo fa non solo per vedere il Colosseo ma anche per tutto quell’insieme di fattori unici che rendono il nostro Paese famoso nel mondo, dal cibo alla moda passando per il design. Questo libro – prosegue la nota – e’ un viaggio attraverso le anomalie e le tante potenzialita’ del Bel Paese, un percorso lontano dalla retorica, che, contro i ‘professionisti dell’indignazione’, con stile ironico e scanzonato tenta di disegnare una via d’uscita dal tunnel della recessione. Per diventare il primo ‘Paese produttore’ dobbiamo essere in grado di riconvertire tutta la nostra economia, dalla scuola agli uffici pubblici, dagli aeroporti al cinema. E rispondere a una domanda nascosta per anni sotto il tappeto: meglio un monumento pubblico ma in rovina o un monumento gestito da privati ma restaurato e aperto ai visitatori?”
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