Sara’ presentato giovedi’ 8 ottobre alle ore 10.00, nella Sala delle lauree della Facolta’ di Scienze politiche dell’Universita’ di Teramo, il volume “La partecipazione (im)possibile? La democrazia e i suoi percorsi evolutivi”, a cura dei docenti dell’Ateneo teramano Carlo Di Marco e Fiammetta Ricci, recentemente pubblicato da Giappichelli. Dopo i saluti del rettore dell’Universita’ di Teramo Luciano D’Amico, del preside della Facolta’ di Scienze politiche Enrico Del Colle e del presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso, i temi del volume saranno approfonditi da Giulio Maria Chiodi, coordinatore nazionale di Symbolicum, e Teresa Serra, dell’Universita’ “La Sapienza” di Roma, per la sessione filosofica; da Paolo Maddalena, giudice emerito della Corte Costituzionale, per la sessione giuridica; da Everardo Minardi, dell’Universita’ di Teramo, per la sessione sociologica. Seguira’ un dibattito con gli autori.
Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.00, si terra’ una tavola rotonda introdotta da Carlo Di Marco e coordinata da Fiammetta Ricci sulla prospettiva di una legge della Regione Abruzzo per la promozione della partecipazione popolare alla programmazione e alle politiche regionali e locali. Oltre ai relatori della mattinata, interverranno amministratori locali, responsabili di partito, associazioni e comitati cittadini. Saranno, quindi, coinvolte le realta’ locali dove le esperienze di democrazia partecipativa e deliberativa sono gia’ in atto e a quelle in cui potrebbero avviarsi, sia per iniziativa spontanea dei cittadini, sia per iniziativa degli enti locali.
Le conclusioni saranno affidate a Mario Mazzocca, sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale d’Abruzzo. “Il volume La partecipazione (im)possibile? La democrazia e i suoi percorsi evolutivi ? hanno spiegato gli autori raccoglie gli atti di un convegno svoltosi presso la Facolta’ di Scienze politiche nell’aprile 2014, avente vari obiettivi: tornare a scavare tra le pieghe della crisi sociale, istituzionale, economica ed etica; tentare di fugare il pericolo insidioso dell’assuefazione alla crisi che accetta la criticita’ come fattore permanente della societa’ e della cultura politica di questi anni; provare a evitare il pericolo dell’istituzionalizzazione della criticita’ delle istituzioni e del loro rapporto col cittadino; fare in modo che il costituzionalismo non sia relegato nel dimenticatoio della storia e che la politica faccia tesoro dei percorsi culturali e scientifici orientati alla democrazia costituzionale secondo un approccio interdisciplinare. Le tematiche del costituzionalismo inattuato, difatti, non riguardano solo il mondo del diritto ma investono le trasformazioni sociali, le innovazioni tecnologiche, le comunicazioni e l’etica pubblica”.
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