Le emittenti televisive locali “aumentano di gran lunga il pluralismo nell’informazione perche’ riescono a raccontare il territorio con piu’ spazio e numero di trasmissioni. Sono quindi un patrimonio da preservare ed anzi far crescere”. Cosi’ Roberto Fico, presidente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, intervenendo questa mattina alla conferenza nazionale delle tv locali organizzata da Millecanali. Fico ha espresso l’auspicio che questo pluralismo culturale sia il piu’ ampio possibile e che “continui ad esserci e in modo piu’ florido che si possa”, pur rendendosi conto che le varie leggi “non aiutano il settore. Penso ad esempio al canone per le frequenze, che ha indebolito i piccoli e rafforzato invece chi gia’ era forte”.
Poi c’e’ il problema delle interferenze nell’etere, “problema che piu’ volte abbiamo chiesto ai vari ministeri competenti di risolvere. E anche il modo in cui e’ stato gestito lo switch off ha generato criticita’”. Da considerare anche il fatto che il mercato pubblicitario “e’ fondamentalmente in crisi, anche se il comparto delle tv locali resta importante sebbene non abbia la giusta attenzione dalle istituzioni”. Fico ha parlato di “mancanza di certezze e di visione. Ritengo che molte tv locali facciano servizio di interesse pubblico, quindi vanno trovate sinergie e forme di collaborazione con la Rai. Facendo rete sul territorio si riesce ad avere piu’ successo e crescita. Non bisogna invece farsi la guerra”.
Fico auspica un confronto piu’ continuo tra Movimento 5 Stelle e le figure di riferimento del sistema delle tv locali “per portare avanti in questi altri due anni di legislatura cose importanti per il settore privato”. E tornando ancora al tema della pubblicita’, il presidente della Vigilanza ritiene che questa debba essere di maggiore qualita’, dev’essere selezionata in modo che aumenti la qualita’ stessa del territorio e delle imprese. “E’ vero che c’e’ un momento di crisi, ma la qualita’ della pubblicita’ e l’attenzione che ad essa si da’ sono importanti, perche’ spesso ora non agiscono come modello sano, giusto ed educativo”. Fico richiama quindi l’esigenza di un codice di “comportamento civile, etico, rispetto alla pubblicita’ che si manda e che le aziende comprano. Ci vuole responsabilita’ sociale anche in questo. Il servizio pubblico deve produrre un cittadino di maggiore qualita’, coscienza civile e rappresentare un modello culturale piu’ avanzato; le tv private producono consumatori e non contenuti. Invece e’ necessario mutare questo schema e quindi porsi l’obiettivo di avere un cittadino di qualita’, fare impresa e profitto ma anche piu’ sociale, farlo in una forma piu’ avanzata. E questo vale anche per le tv locali, oltre che per la Rai ovviamente”. Pensare quindi a una “governance partecipata per affrontare insieme i problemi”.
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