“In città si respira un clima torbido, nebbioso, da strategia della tensione”, queste le dichiarazioni del Sindaco dell’aquila Massimo Cialente dopo che l’ex consigliere comunale Pierluigi Tancredi, al centro di nuove intercettazioni telefoniche entrate negli atti dell’inchiesta a suo carico sulla corruzione nell’affidamento dei lavori di puntellamento, ha minacciato di trascinarsi dietro anche lo stesso Cialente.
In Corte di Cassazione sono arrivate le richieste di Appello da parte del pubblico ministero titolare dell’inchiesta “Redde Rationem“, Antonietta Picardi, contro l’annullamento da parte del tribunale del Riesame delle misure cautelari per l’ex consigliere comunale Pierluigi Tancredi, e contro gli imprenditori Maurizio e Andrea Polisini e Nicola Santoro, quest’ultimo con il solo obbligo di firma. “Il pm aveva ben illustrato – si evince nelle motivazioni della Picardi – che i coindagati avrebbero potuto modificare i documenti e/o avvicinare persone vicine a Tancredi”. Il Pubblico Ministero evidenzia che l’accordo corruttivo con Tancredi da parte dell’impresa Edilcostruzione degli imprenditori Polisini, e della ditta Dipe di Pellegrini e Di Persio, definendolo “un dato fattuale che non è stato esaminato per tutti venendo a mancare la motivazione effettive”.
Dichiara infine la Picardi: “Se si vuole dare una lettura complessiva alla vicenda non si può fare a meno di concludere che le ordinanze impugnate sono carenti di motivazioni nella parte che riguarda i Polisini e Santoro ove si soffermano solo sulla loro incensuratezza e sulla partecipazione sporadica del Santoro”.
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