Creare una squadra di farmacisti ospedalieri esperti di furti in ospedale, medicinali contraffatti e delle altre tipologie di crimini farmaceutici. Una squadra di esperti che possa fare rete, monitorare con attenzione tutte le fasi di approvvigionamento dei farmaci e lavorare per prevenire il fenomeno, diffondendo in primis le buone pratiche. Il loro compito sarà anche quello di fare da ‘antenne’ sul territorio, per raccogliere informazioni relative a casi sospetti, sensibilizzare sul fenomeno e fare poi da “cerniera”, trasmettendo le segnalazioni in tempo reale a chi se ne occupa a livello centrale. È questo l’obiettivo di SIFO, la Società italiana dei farmacisti ospedalieri e dei Servizi farmaceutici territoriali, da tempo attenta al problema della sicurezza degli ospedali e dei farmaci. Dopo il progetto Padlock, con cui sono state esaminate le ‘difese’ degli ospedali italiani suggerendo come fare per incrementarle, ora SIFO rinnova l’alleanza con AIFA, l’Agenzia ital iana del farmaco, per prevenire i crimini farmaceutici.
L’idea è maturata nell’ambito di una collaborazione che prosegue da anni, su questo tema, tra SIFO e AIFA. La novità è quella di investire in formazione: se n’è parlato ieri a Catania, nella giornata conclusiva del congresso nazionale SIFO, durante la sessione plenaria dedicata a qualità dei prodotti e contraffazione, moderata da Maria Grazia Cattaneo, vicepresidente SIFO. Relatore Domenico Di Giorgio, direttore dell’ufficio Qualtà dei prodotti e contraffazione di AIFA.
“Credo che il farmacista possa costituire parte attiva nella lotta ai furti e alla contraffazione sia attraverso la sorveglianza dei prodotti e delle fonti di approvvigionamento sia attraverso il monitoraggio continuo del percorso delle terapie e dei dispositivi medici”, afferma la vicepresidente di SIFO, Maria Grazia Cattaneo. “In tutto ciò è determinante che i farmacisti consolidino le conoscenze necessarie e SIFO si spenderà perché sia promossa una formazione specifica tra i propri soci”
C’è anche un altro aspetto importante, che Cattaneo tiene a sottolineare ed è quello dell’informazione. Su questo, il farmacista può fare un lavoro importante, in primis “dentro le strutture sanitarie, creando una rete interna di conoscenza del fenomeno e di prevenzione, attraverso la condivisione con gli altri operatori sanitari”, sottolinea Cattaneo. In secondo luogo anche nei confronti del cittadino: “Il farmacista può essere un tramite importante nell’informazione ai cittadini, validata nei contenuti e negli strumenti di comunicazione”.
“Attraverso la collaborazione con Sifo, è possibile formare un certo numero di esperti di livello più alto che possano essere il riferimento immediato sul territorio per chi ha dei dubbi, è sicuramente una strategia funzionante”, afferma Di Giorgio, ricordando che Aifa ha già lavorato in modo analogo con le Dogane e i Nas, nell’intento di “formare esperti che possano poi aiutare chi, sul territorio, ogni giorno potrebbe incontrare dei casi dubbi”. E in questo “il ruolo del farmacista ospedaliero è cruciale”, dice Di Giorgio: “Noi, dal centro, abbiamo una visione molto ampia su quelli che sono i fenomeni e su quelli che diventeranno. Però per certe derivazioni già presenti sul territorio, chi lavora in un ospedale o in una farmacia può avere la visione dei singoli casi che sono pezzetti di un puzzle più grosso. Se portati tempestivamente al centro, possono permettere un’azione di contrasto efficace”, conclude il direttore dell’ufficio Qualità dei prodotti e contraffazione di AIFA.
Nell’incontro di ieri è stata ricordata la grande efficacia della piattaforma web “Fakeshare”, avviata da AIFA nel corso del 2013, in cui tutti gli operatori sanitari possono trovare informazioni relative alle segnalazioni di furti di medicinali. Da quando questo spazio web è attivo, il numero dei furti è calato drasticamente, ha sottolineato Di Giorgio.
Da Catania, il direttore dell’ufficio Qualità dei prodotti e contraffazione di AIFA lancia anche un importante monito: occorre essere sempre più attenti al fenomeno dei farmaci contraffatti, perchè se fino ad oggi in Italia i medicinali contraffatti erano soprattutto quelli che i pazienti volevano ottenere aggirando il problema delle prescrizioni del medico (Viagra, steroidi o dimagranti), adesso nelle mire dei contraffattori rischiano di finire anche i farmaci salvavita, di costo elevato, e questo per via di un problema di accesso. Ecco come lo spiega Di Giorgio: “Oggi, con questi farmaci ad alto costo, ci troviamo per la prima volta in Italia con un problema reale di accesso al farmaco. E l’accesso è uno stimolo per i contraffattori, che si attivano dove c’è una domanda”. AIFA era preparata e non è rimasta con le mani in mano: “Anche se non abbiamo ancora intercettato materialmente farmaci falsificati- spiega ancora Di Giorgio- stiamo monitorando da mesi sul web la crescita di offerte so spette su queste tipologie di prodotti, perchè una volta che c’è una domanda si cominciano a generare le finestre per fare le infiltrazioni. Stiamo lavorando insieme al Nas e al Ministero della Salute per prevenire il fenomeno: sapevamo cosa aspettarci, sta succedendo e stiamo lavorando per prevenirlo”, conclude.
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