Mons. Corrado Lorefice, parroco di San Pietro a Modica, e mons. Matteo Maria Zuppi, Vescovo titolare di Villanova e ausiliare di Roma, sono stati nominati da papa Francesco Arcivescovi metropoliti di Palermo e Bologna, dopo le rinunce per raggiunti limiti d’età dei rispettivi titolari, card. Paolo Romeo e card. Carlo Caffarra. L’annuncio ieri a mezzogiorno, dalla Sala stampa vaticana. Le nomine per due arcidiocesi tra le più importanti d’Italia rompono prassi e tradizioni consolidate, affermando la “rivoluzione” di papa Francesco per una chiesa sempre più attenta ai poveri, agli ultimi, missionaria nelle periferie del mondo. Nulla è scontato e prevedibile, nelle scelte di papa Francesco. Come confermano i due nuovi arcivescovi che da anni vivono accanto agli ultimi. E come, in particolare, rivela la nomina di un giovane prete (53 anni) all’arcidiocesi di Palermo, finora riservata a cardinali: don Corrado Lorefice appunto, fino a ieri parroco di San Pietro a Modica.
Sorpresa ed esultanza a Paganica (L’Aquila) – la cui parrocchia di Santa Maria Assunta è gemellata con quella di San Pietro a Modica – alla notizia della nomina di don Corrado ad arcivescovo metropolita di Palermo. Un forte legame spirituale e di amicizia lega le due comunità parrocchiali, nato dopo il terremoto che il 6 aprile 2009 devastò L’Aquila e i centri viciniori, tra i quali Paganica il più popoloso. La Caritas italiana, per solidarietà, portò a Paganica anche i volontari siciliani, guidati dal modicano Maurilio Assenza, direttore della Caritas della diocesi. Una grande amicizia nacque tra Maurilio e i giovani della parrocchia, tra i quali il giovane seminarista Federico Palmerini. Da allora la vicinanza premurosa verso la comunità paganichese, gravemente colpita dal sisma, si è trasformata in un rapporto forte e intenso, sfociato in un legame d’amicizia e di fratellanza nella fede tra le due comunità parrocchiali, di Paganica e Modica.
Dal 2009 don Corrado è venuto più volte a Paganica, con straordinaria sensibilità, accompagnando delegazioni della sua parrocchia. L’affetto, il sostegno morale e la solidarietà di Modica hanno poi dato vita al gemellaggio con la comunità paganichese, che ogni anno s’alimenta di visite reciproche e d’una bella comunione spirituale. Don Corrado Lorefice, ora arcivescovo di Palermo, è dunque un grande amico di Paganica – e dell’Aquila – come lo è intensamente la parrocchia che ha guidato fino a ieri. E come grande amica è diventata l’intera comunità di Modica, più volte presente a Paganica con gruppi di cittadini e con il suo Sindaco pro tempore Antonello Buscema. Proprio in questi giorni, ricorrendo il 25° anniversario della Casa don Puglisi, una rappresentanza di Paganica, guidata dal parroco don Dionisio Rodriguez, è stata presente a Modica per celebrare l’importante traguardo di questa magnifica struttura d’accoglienza degli ultimi, intitolata a don Pino Puglisi, due anni fa proclamato Beato, fulgida figura della chiesa siciliana, assassinato dalla mafia nel 1993 a Palermo.
Don Pino Puglisi, con il quale don Corrado Lorefice collaborò per tre anni, è stata una figura spirituale importante, una personalità poliedrica, come peraltro egli ben documenta nel suo bel libro “La Compagnia del Vangelo” (Edizioni San Lorenzo, Reggio Emilia, 2014) su discorsi ed idee del prete martire della mafia a Palermo.
E a Modica la delegazione di Paganica ha potuto così condividere “in diretta” la gioia dell’annuncio della nomina di don Corrado a Pastore dell’arcidiocesi di Palermo. Dall’Aquila don Federico Palmerini, che nella preparazione al sacerdozio ha avuto in don Corrado uno dei punti di riferimento, così ha commentato la notizia: “Ora è ufficiale: il Santo Padre ha scelto te, carissimo don Corrado, come nuovo Arcivescovo di Palermo. Sei un vero uomo di Dio e, per questo, amico e servo degli uomini, soprattutto dei poveri, i “prediletti di Dio”. Sei un prete vero. Punto e basta. Grato al Signore per averti messo sul cammino mio e di tutta la nostra comunità di Paganica, ti sono vicino con l’affetto e la preghiera. Il Signore ti conceda umiltà e rettitudine. Buon ministero, carissimo fratello!”
Per don Corrado l’attenzione agli più umili, ai poveri, agli ultimi, è sempre stato tema e pratica ricorrente. In una meditazione svolta a Paganica nel luglio 2010, in occasione d’una delle visite da Modica dei “fratelli gemellati” della parrocchia di San Pietro, così tra l’altro egli disse “[…] Se ci fate caso quell’inno di gioia, che noi chiamiamo giustamente il Magnificat («L’anima mia magnifica il Signore»), è tutta una cucitura di testi presi dall’Antico Testamento. Soprattutto rimanda al famoso Cantico di Anna. E’, molto probabilmente, quanto credevano i cosiddetti poveri di Jahvè. Queste parole appartenevano alla Figlia di Sion, cioè a Gerusalemme, a quel resto di poveri che attendeva la salvezza del Signore. E Luca le mette nella bocca di Maria, colei che precede lo stuolo di tutti questi uomini, di tutte queste donne che hanno continuato, nonostante la durezza della vita, a confidare e attendere la promessa del Signore, dei poveri di Jahvè, di quelli che non hanno futuro. In questo senso allora il Magnificat è l’esaltazione di questo Dio che guarda ai poveri, di questo Dio che guarda a chi non ha casa, di questo Dio che stravolge la logica degli uomini. Per gli uomini chi è potente è il primo, è il forte. E invece Maria nota che d’ora in poi, proprio guardando a lei, sarà chiaro che Dio ha preso possesso della storia degli uomini: i potenti sono abbassati e gli umili sono elevati, perché Dio si è ricordato della sua misericordia, si è ricordato delle sue promesse […]”
Nel messaggio inviato ieri alla diocesi di Palermo, mons. Corrado Lorefice così tra l’altro scrive: “Mi rivolgo a voi, cari fratelli e sorelle della Chiesa di Palermo, con il cuore ancora pieno di stupore per l’inattesa nomina a vostro Vescovo. Quando il Nunzio apostolico in Italia, mons. Adriano Bernardini, mi ha convocato a Roma per confidarmi la scelta di Papa Francesco, ho immediatamente avvertito il senso della mia inadeguatezza. Ma fissando il Crocifisso che mi stava di fronte ho pensato subito alle parole di Paolo: «tutto posso in colui che mi dà la forza». Sostenuto dalla grazia e illuminato dalla Parola del Signore, desidero corrispondere all’opera dello Spirito condividendo tra di voi e con voi un tratto del lungo e ricco cammino di fede, di speranza e di carità della nostra Chiesa di Palermo, convinto che l’edificazione della comunità dei discepoli di Gesù non è frutto di uno sfibrante attivismo, ma dell’azione dello Spirito. Nessuno nella Chiesa è costruttore, ma solo una pietra che Dio pone sulla pietra angolare che è Gesù Cristo […]”.
Rivolge quindi il suo pensiero ai presbiteri, verso i quali si accinge ad un rapporto improntato all’ascolto attento, in un dialogo franco e leale, alimentato dalla comune obbedienza al Vangelo e dalla condivisione dell’unico pane eucaristico. Poi ai diaconi “desidero porgere l’invito a mantenere vigile l’attenzione ai più piccoli, ai più poveri, agli ammalati, così da aiutare tutta la Chiesa ad abitare con verità le vie delle «periferie umane», con la chiara coscienza di «essere inviata soprattutto per i piccoli, gli umili, i poveri, per quelli ai quali si dà senza sperarne nulla, senza poterne ricavare un aumento di potere» (G. Dossetti). Il mio paterno saluto va, inoltre, agli operatori pastorali e a quanti vivono e testimoniano la fede nelle nostre comunità parrocchiali e nelle diverse aggregazioni laicali. L’assiduo ascolto della Parola di Dio e la frazione del Pane eucaristico ci provocano a camminare insieme. È questo il significato profondo della parola “sinodo”: essere donne e uomini di fede che sanno ascoltarsi reciprocamente per «discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa» (Papa Francesco). Una Chiesa ministeriale sulla scia della proposta cristiana del Beato Pino Puglisi – che la provvidenza del Signore mi ha fatto incontrare e con il quale ho collaborato al Centro Regionale Vocazioni di Sicilia – attenta a promuovere e valorizzare tutte le vocazioni nello stile e nella prassi della diaconia, ovvero del servizio di chi sa di dover sempre scegliere di essere il più piccolo e il servo di tutti.
Poiché la condivisione del Vangelo non esclude nessuno, la nostra comunità diocesana promuoverà il dialogo con il mondo della cultura, specialmente con l’Università e con gli altri centri di ricerca e di studio. Prezioso sarà l’apporto della Facoltà Teologica di Sicilia nel mantenere alto il profilo di un confronto serio e arricchente con tutti: con ogni donna e ogni uomo di questa terra che diventa mia, con i fratelli di tutte le confessioni cristiane e di ogni religione. È mia ferma intenzione accogliere tutti, dialogare con tutti. Ovviamente non possiamo ignorare, come comunità diocesana, la drammatica e dolorosa crisi che i nostri tempi stanno attraversando su più fronti. Contribuiremo a favorire una cultura dell’accoglienza, della legalità, della crescita del bene comune, contro ogni forma di potere oppressivo dell’uomo e del creato, insieme ai responsabili delle istituzioni civili e alle autorità militari, nel rispetto delle competenze e degli spazi di azione propri di ciascuno. Come insegna il concilio Vaticano II, nostra guida nelle scelte pastorali, «la missione propria che Cristo ha affidato alla sua Chiesa non è d’ordine politico, economico o sociale: il fine, infatti, che le ha prefisso è d’ordine religioso. Eppure proprio da questa missione religiosa scaturiscono compiti, luce e forze, che possono contribuire a costruire e a consolidare la comunità degli uomini secondo la legge divina» (Gaudium et spes, 42). […]”
La nomina di mons. Corrado Lorefice alla guida della diocesi di Palermo – e di mons. Matteo Maria Zuppi ad Arcivescovo metropolita di Bologna – segue la felice conclusione del Sinodo della Famiglia. Non c’è alcun nesso, eppure significativamente sembra di leggere, come nello straordinario esito positivo del Sinodo, la capacità di leggere il “segno dei tempi”, di concepire la Chiesa come casa della misericordia. Una Chiesa chiamata a discernere, accogliere e accompagnare. Per questo, secondo papa Francesco, essa non può restare chiusa nelle sue mura, ma deve uscire verso le periferie dell’esistenza, laddove sono gli ultimi, i poveri, gli emarginati, portando la buona novella, la speranza della resurrezione e l’abbraccio della misericordia di Dio. Con l’invito ai credenti ad essere “cristiani a tempo pieno”, ai vescovi e ai sacerdoti ad essere “pastori con l’odore delle pecore”, a tutti i cristiani a spogliarsi dalle logiche del potere e dal culto del denaro per costruire il bene comune. L’augurio ai nuovi vescovi di Palermo e Bologna di una feconda missione nelle loro diocesi. E a mons. Corrado Lorefice l’affettuoso abbraccio della comunità di Paganica, per sempre testimone della sua sensibilità e dei suoi straordinari carismi.
Goffredo Palmerini
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Mons. Corrado Lorefice è nato a Ispica (Ragusa) il 12 ottobre 1962. Dopo gli studi basilari nel Seminario, ha ottenuto la Licenza in Teologia Morale nel 1988. È stato ordinato diacono il 26 settembre 1986 e presbitero il 30 dicembre 1987, incardinandosi alla diocesi di Noto. Nel dicembre 2009 ha conseguito il Dottorato in Teologia. Ha svolto i seguenti incarichi pastorali: 1988-1989: Economo del Seminario vescovile; 1989-2008: Vicerettore del Seminario; 1988-2009: Docente di Teologia Morale all’Istituto Superiore di Scienze religiose “G. Blandini” di Noto; 1990-1997: Direttore del centro diocesano per le vocazioni; 1997-2007: Direttore del centro regionale per le vocazioni e Membro del Consiglio del centro nazionale per le vocazioni; 1994-2008: Docente di Teologia Morale all’Istituto Superiore di Scienze religiose “Sant’ Agostino” di Acireale; 2005-2012: Direttore della formazione dei Diaconi permanenti; 2008-2010: Direttore dell’Ufficio catechistico diocesano; 2009-2010: Amministratore parrocchiale di “San Pietro Apostolo” di Modica; 2010-2014: Vicario episcopale per il clero; 2010-2013: Docente di Teologia Morale all’Istituto Superiore di Scienze religiose “San Metodio” di Siracusa; dal 2010 ad oggi: Parroco di “San Pietro Apostolo” e Vicario foraneo del Vicariato di Modica; dal 2010 ad oggi: Docente presso lo Studio Teologico “San Paolo” di Catania; dal 2014 ad oggi: Vicario episcopale per la Pastorale.
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