Migliorano le dinamiche dei pagamenti nel commercio e nel turismo, ma i fallimenti tornano ad aumentare. Dopo i risultati positivi dello scorso trimestre, a luglio, agosto e settembre di quest’anno sono state infatti 530 le imprese di commercio e turismo che hanno portato i libri in tribunale. E’ quanto emerge dall’Osservatorio trimestrale sul Commercio e Turismo condotto per Confesercenti da Cribis D&B.
Si tratta del dato trimestrale piu’ alto dal 2009, inizio delle serie storica, superiore del 5,6% ai 502 fallimenti dello stesso periodo dello scorso anno e di oltre il 123% rispetto a quelli registrati nel terzo trimestre 2009. In media, nei primi nove mesi dell’anno, hanno avviato le procedure fallimentari circa 7 negozi o attivita’ turistiche al giorno, per un totale che supera le 1.860 unita’. Un numero ancora elevato, ma comunque in leggero calo rispetto ai 1.934 fallimenti dei primi nove mesi del 2014.
A livello regionale, i numeri assoluti piu’ elevati di imprese fallite nel commercio e nel turismo si registrano in Lombardia, seguita da Lazio e Campania.
La classifica cambia, pero’, se si considera l’incidenza del numero totale di attivita’ fallite sullo stock complessivo di imprese di commercio e turismo nelle singole regioni. In questo caso la maglia nera va all’Umbria. Nella regione appenninica, da inizio anno sono state 43 le attivita’ turistiche e commerciali a portare i libri in tribunale: 2,6 ogni mille imprese attive nel commercio o nel turismo. Seguono a pari merito, in questa classifica negativa, Lombardia e Lazio, con 2,1 imprese fallite ogni mille. I risultati migliori, invece, si registrano in Molise (solo 0,8 imprese fallite ogni mille), Basilicata (1,06 su 1000) e Sardegna (1,15).
Migliora invece la situazione pagamenti nel commercio e nel turismo. Nel terzo trimestre dell’anno, le imprese del commercio che hanno saldato con un ritardo grave (oltre i 30 giorni rispetto alla data di scadenza) sono state il 23,1%, in calo dell’1,1% sul dato di giugno. Il miglioramento riguarda tutte le aree geografiche, anche se Sud e Isole continuano a mostrare maggiori criticita’: la percentuale di pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza e’ del 32,3%, piu’ del doppio del 12,6% rilevato nel Nord Est. Anche le imprese del turismo che pagano con ritardo grave diminuiscono: nel secondo trimestre sono il 31,7%, esattamente l’1% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014.
Anche nel caso del turismo, sono Sud ed Isole ha mostrare le criticita’ maggiori, con una percentuale di cattivi pagatori del 49,4%, circa quattro volte il livello registrato nel Nord Est (14,7%). “L’osservatorio Cribis D&B per Confesercenti di questo trimestre ci mostra chiaramente che, nonostante si inizino a percepire i primi segnali di miglioramento, gli effetti della crisi siano ancora lungi dall’essere smaltiti”, spiega Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti. “Commercio e Turismo vengono da una fase negativa durata quattro anni aggravata dal crollo dei consumi e – nel caso dei negozi – dalla deregulation degli orari, e da cui non sara’ facile uscire senza sostegno. Per tutelare questi due settori, che garantiscono milioni di posti di lavoro, c’e’ bisogno di agire subito”, conclude Bussoni. “Per questo chiediamo che venga inserito nella Legge di Stabilita’ uno Stimulus Package per le attivita’ turistiche e per i negozi delle nostre citta’. Un pacchetto di misure che preveda, fra le molte cose, l’introduzione di cedolare secca e canone concordato anche per le attivita’ turistiche e commerciali, nonche’ una fiscalita’ premiale per i negozi che aprono in locali sfitti da almeno tre anni, contribuendo cosi’ al recupero delle zone piu’ degradate della nostra citta’. Serve, pero’, anche un intervento per stimolare l’arrivo del credito alle Pmi dei due settori ed un passo indietro sulla liberalizzazione degli orari: la vigente deregulation e’ tra le piu’ estreme d’Europa, e permette di aprire h24 tutto l’anno. Un regime insostenibile per i piccoli del commercio, che continuano a fallire e chiudere: nei primi 8 mesi di quest’anno abbiamo gia’ perso oltre 6mila negozi”.
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