“Il nostro popolo ha chiaramente espresso, in occasione delle elezioni del 1° novembre, che preferisce l’azione e lo sviluppo alla polemica“: queste le prime dichiarazioni del presidente Repec Tayyip Erdogan al termine, ieri, di una giornata che ha visto il suo Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp), al potere in Turchia da 13 anni, tornare a trionfare alle urne.
Con il 99% dei seggi scrutinati- secondo i conteggi del canale tv privato Ntv- alle legislative anticipate di ieri l’Akp ha ottenuto il 49,3% dei voti- pari a 315 seggi del Parlamento unicamerale su 550- riconquistando la maggioranza assoluta che aveva perso il 7 giugno.
Il Partito repubblicano del popolo (Chp, socialdemocratici) e’ giunto secondo con il 24,5% delle preferenze, seguito dal Partito del movimento nazionalista (Mhp, destra) con il 12%, raccogliendo entrambi nettamente meno voti rispetto a giugno. Anche il partito filo-curdo Hdp (Partito democratico del popolo) ha ottenuto con fatica l’ingresso in Parlamento con il 10,4%, pari a 59 seggi; a giugno aveva registrato il 13%, con 80 seggi.
“Gli elettori hanno dato prova di una forte volonta’ a favore dell’unita’ e dell’integrazione della Turchia” ha detto ancora Erdogan, in un comunicato, chiudendo il suo intervento con un riferimento esplicito al conflitto con i ribelli curdi del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). “I risultati delle elezioni- ha aggiunto- hanno portato un importante messaggio per il Pkk. L’oppressione e l’effusione di sangue non possono coesistere con la democrazia”.
Ma nel sud-est della Turchia a maggioranza curda le tensioni sono sfociate in scontri fra manifestanti e polizia a Diyarbakir. Gli incidenti si sono sviluppati nei pressi della sede dell’Hdo, quando si temeva non riuscisse a superare l’alta soglia di sbarramento (10%). “Le elezioni si sono svolte in condizioni inique che hanno incluso violenza e massacri. Non abbiamo fatto alcuna campagna, Abbiamo solo cercato di salvare la nostra gente dai massacri” ha protestato in serata il leader dell’Hdp Selahattin Demirtas in una conferenza stampa, ricordando gli attentati di Ankara, il 10 ottobre, e di Suruc, il 20 luglio scorso.
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