Si chiama Giovanni Di Pino, ha 36 anni, giovane ricercatore dell’Universita’ Campus Bio-Medico di Roma e’ tra i top young scientists d’Europa. Il suo progetto di ricerca inedito sulla mano artificiale, chiamato “Reshape”, e’ tra quelli selezionati dagli oltre trenta grandi scienziati – tra cui alcuni Premi Nobel – che fanno parte della Commissione dell’European Research Council.
A Bruxelles gli esperti lo hanno scelto tra le quasi 3mila applications inviate per il bando ERC-Starting Grant, uno dei piu’ competitivi a livello europeo, che riceve finanziamenti fino a un ammontare pari a 1,5 milioni di euro. Il progetto Reshape nasce dall’ascolto delle necessita’ di soggetti amputati di arto superiore ed e’ focalizzato su una nuova concezione nello sviluppo di protesi a controllo neurale, che parte dalle esigenze del paziente e non dallo sviluppo tecnologico e ingegneristico della protesi. Questo al fine di consentire un “salto di qualita’” nel comfort con cui gli amputati “sentono” la mano artificiale, per farla percepire loro come propria. Si tratta ancora di un’idea progettuale che si prefigge di utilizzare tutte le piu’ recenti conoscenze neurofisiologiche per investigare i processi cerebrali che portano il cervello umano a concepire un oggetto esterno come “integrato” nel nostro corpo.
Fuori del comune, oltre al progetto, e’ pure la storia accademica e personale di Di Pino. Dopo la Laurea in Medicina e Chirurgia, infatti, ha subito un grave incidente che ne ha compromesso la mobilita’. Il neo-medico ha comunque continuato gli studi a casa, scoprendo il mondo delle interfacce neurali, i sistemi di comunicazione che consentono di “collegare” direttamente il sistema nervoso umano con un’apparecchiatura digitale esterna.
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