Ha scelto il Piccolo Teatro Grassi a Milano, Matteo Renzi, per ringraziare la città del successo dell’Expo ma soprattutto per parlare del dopo, di cosa si andrà a fare in quell’area e sulla visione strategica di un’Italia che punta all’eccellenza. Se non fosse per molte cose già fatte, puntualmente rivendicate dal Presidente del Consiglio, si stenterebbe a credere che la politica sia capace di alzare gli occhi e di guardare a quanto occorre per costruire un paese che sia ancheper le altre generazioni. E invece Renzi propone una visione affascinante che spinge chi non “ha voglia di piangersi addosso” a guardare al futuro. Parte dal rivendicare quanto fatto, dunque, “Negli ultimi 20 anni l’Italia ha parlato tutti i giorni di riforme e negli ultimi 20 mesi le riforme sono state realizzate. Non esprimo un giudizio di merito: c’è chi apprezza e c’è chi contesta, ma in 20 mesi si è fatto ciò che è stato rimandato per 20 anni. La politica torna a fare il suo mestiere dopo anni di ubriacatura della tecnica”. In questi giorni e settimane l’obiettivo è puntato su cosa ne sarà dell’area di Expo. Renzi ha affermato “L’Expo è stato simbolo di chi non si rassegna ed è stato un grande successo, un trionfo. Ora la domanda è come vogliamo essere fra vent’anni?”. E nel disegnare alcune linee per Italia 2040, così si chiama il progetto, ci ha tenuto a sottolineare che il governo è pronto a intervenire se verrà chiamato a dare una mano. Tutto è pronto. Ma saranno la città, i suoi amministratori, la regione a dover coinvolgere il Governo. Il progetto riguarda tutta l’Italia e punta ad avere un valore mondiale. L’Expo ha continuato Renzi “può diventare per il governo un centro a livello mondiale che affronti insieme il tema della genomica e dei big data. Saranno coinvolti 1.600 ricercatori”. Quello descritto dal presidente del Consiglio è “un centro che metta insieme discipline diverse, dall’alimentazione alla robotica allo studio dei genomi del cancro, dove al centro ci sia l’uomo”. Il simbolo di “un nuovo Umanesimo” ha detto Renzi, spiegando che finora si sono creati solo centri su singole discipline e non interdisciplinari. “Non immagino questa come un’area dove trasferire pur prestigiosi immobili” ha precisato. Il progetto presentato con il Demanio è “serio e rigoroso – ha aggiunto – ma non ha il respiro internazionale che Milano merita. Pensiamo che quell’area debba avere un forte valore scientifico e culturale, non solo dei federal building “. “Dal Consiglio dei Ministri di venerdì siamo disponibili a metterci risorse ed energie” Per realizzare il progetto nell’area Expo “bisogna partire da subito per dare il senso della missione: non diventi l’area del nostro rimpianto”. ” il governo è pronto ad investire “150 milioni l’anno per i prossimi 10 anni”. “Il governo – ha detto il premier – e’ pronto a fare un progetto che sia ‘the best’ e non puntare a ‘the most’”.
All’iniziativa hanno partecipato esponenti della Regione, il sindaco di Milano Pisapia, il governatore maroni, molti consiglieri e la classe dirigente che ha portato l’Expo al successo. Ora la sfida viene rilanciata. Sicuramente vi sono punti ancora da perfezionare. Ad esempio il coinvolgimento delle università, delle startup non può fare a meno di un impianto guidato da grandi player che sappiano portare a profitto studi e ricerche, così come è accaduto in altre parti del mondo. Riflessioni sul modello da applicare sono in corso ma il segnale è deciso e importante. Si riparte anche da qui. (retewebitalia)
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