C’è una testimone emiliano romagnola del massacro di Parigi. Ha sentito gli spari, si è buttata a terra e ha visto le pallottole delle armi automatiche conficcarsi sul muro di fronte. Poi, assieme al suo compagno e ad altri, si è rifugiata prima in una rientranza, poi all’interno di un condominio, invitata da una signora che ci vive. Questo il racconto alla ‘Dire’, da vera e propria sopravvissuta, di Ouidad Bakkali, assessore comunale alla Cultura di Ravenna, che era a Parigi ieri sera e, fino a domani, resterà nella Ville lumiere. Bakkali e il compagno dovevano cenare nel ristorante ‘Le petit Cambodge’, teatro di uno degli attentati.
“Non trovando posto e in attesa di avere un tavolo- racconta l’assessore della giunta Matteucci, ci siamo spostati di fronte, al bar Carillon, per bere qualcosa”. E’ da lì che “ho sentito gli spari, un rumore assordante. Non ho visto nulla, se non la gente attorno a me che si buttava a terra o scappava”.
Grazie alla gentilezza di una inquilina di un palazzo vicino, Bakkali, il compagno e altre persone si sono rifugiati in un cortile, dove hanno aspettato una quarantina di minuti. Chi aveva uno smartphone cercava di avere informazioni, Bakkali ha parlato con un amico che era dall’altra parte della città, per rassicurarlo e per avere delle novità. Tra sirene e polizia, “piano piano la situazione si è dipanata e abbiamo iniziato a capire cosa era successo”, aggiunge l’assessore che fino a domattina resterà a Parigi.
“Il Consolato ci ha consigliato di mantenere la data di partenza stabilita, aspettandosi tante richieste di persone che avrebbero voluto anticipare la partenza. Ci hanno ovviamente detto di arrivare presto in aeroporto, perché i controlli saranno serrati”. Detto questo, piuttosto scossa, ammette: “Non vedo l’ora di tornare a casa dalla mia famiglia“.
Angela Sannai-Dire
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