Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia-Romagna, che oggi hanno incontrato i parlamentari eletti in regione (una decina, solo del Pd) per portare avanti il pressing sulla Legge di stabilita’, lanciano l’allarme, “Senza una riforma delle pensioni e con i tagli ai Patronati, il sistema sociale e’ a rischio”. “E a pagare sara’ sempre la povera gente. Ovvero, quello che oggi e’ gratis diventera’ a pagamento: 24 euro a prestazione”. Vincenzo Colla, leader Cgil precisa “Abbiamo invitato tutti i partiti e continueremo a dialogare con tutti”.
Deputati e senatori, riferiscono i sindacati, sono disponibili a portare in Parlamento le proposte dei confederali sotto forma di emendamenti alla finanziaria. Uno dei problemi e’ il taglio da 83 milioni di euro in tre anni al fondo nazionale per i patronati. “Quello dei Patronati e’ un problema serio – dichiara Giuliano Zignani della Uil – il taglio non e’ un risparmio per lo Stato. Vengono tolti soldi versati da lavoratori e imprenditori, per far pagare prestazioni finora gratuite alla povera gente. E’ un’anomalia tutta italiana, una sciocchezza tutta politica”. Se non ci sara’ un cambio di rotta, segnalano i sindacati, Caf e Patronati dovranno applicare una tariffa di 24 euro per prestazioni come la domanda di disoccupazione, quella di maternita’ e gli assegni familiari. La cifra non e’ elevata, ma “e” un problema politico”. Ad oggi, in Emilia-Romagna i patronati Cgil, Cisl, Uil e Acli hanno in totale 224 uffici e 649 dipendenti. In un anno, esclusa l”attivita’ di consulenza, sono state oltre 986.000 le prestazioni erogate (piu’ della meta’ per questioni previdenziali), di cui solo il 19,5% ha avuto un riconoscimento economico. “Ma a noi non interessa far pagare questi servizi”, mette in chiaro il leader Cisl, Giorgio Graziani: che siano gratuiti “fa parte della nostra mission”.
Graziani commenta “Non ci fanno piu” andare in pensione ci incasinano le leggi e ci impediscono di dare servizi alle persone incazzate per le riforme”. Insomma, “la situazione e” complicata e i parlamentari l”hanno capito”. La Legge di stabilita” “e” iniqua- incalza Colla- bisogna spostare le risorse sulle uscite flessibili dei lavoratori. Ce n’era gia’ bisogno ieri di questa misura. Il Paese non puo” reggere col 40% dei giovani disoccupati: se la ruota non gira diventera” strutturale”. Il Governo, avverte la Cgil, “non puo” pensare di spostare con la bacchetta magica la riforma delle pensioni al 2016 senza prevedere investimenti in questa Legge di stabilita”. Se poi la proposta politica sulla riforma delle pensioni arriva dal presidente dell’Inps– sottolinea Colla- ci incasiniamo ancora di piu'”. Il taglio ai patronati è quindi solo una parte del problema.
A livello nazionale “Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro al Governo sulle pensioni: e’ quella la priorita’- dichiara Colla- se il Governo non ci convoca, dovremo decidere quali iniziative mettere in campo”. Perche’ “non funziona che i parlamentari ci incontrano sul territorio e poi il Governo non ci parla a Roma”. Senza una riforma delle pensioni e con i tagli ai Patronati, dunque, “c’e” un problema di tenuta della coesione sociale- insiste il leader della Cgil- i tagli saranno pagati dai piu’ poveri, costretti a pagare un servizio che invece e” un diritto” e che la pubblica amministrazione “non e” in grado di sostituire con le proprie forze”, segnalano i sindacati.
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