Gli ospedali italiani nel 2014 hanno raggiunto buoni standard di efficienza ma restano ancora forti disparita’, non solo tra Nord e Sud, ma anche tra le varie strutture regionali. E’ quanto afferma il Piano Nazionale Esiti 2015 (Pne), presentato oggi a Roma presso il ministero della Salute. L’indagine fornisce a livello nazionale valutazioni comparative di efficacia, sicurezza, efficienza e qualita’ delle cure prodotte nell’ambito del servizio sanitario.
Resta pero’ molta strada da fare per un pieno adeguamento delle nostre strutture sanitarie ai valori di “eccellenza” stabiliti dell’Organizzazione mondiale della sanita’. Vari i settori dove si e’ registrato un miglioramento apprezzabile delle prestazioni offerte: ad esempio, sono cresciute (da 70 nel 2010-2011 a 161 nel 2014) le strutture che impiegano solamente due giorni per operare le fratture del collo del femore negli over-65. Scende lievemente ma progressivamente la proporzione dei parti cesarei primari, considerati pericolosi per la salute della donna, ma anche qui ci sono regioni come la Campania, la Puglia e la Sardegna, che restano su percentuali piu’ che doppie rispetto alle regioni virtuose, come il Friuli Venezia Giulia.
Per quanto riguarda la proporzione di infarti trattati con angioplastica coronarica entro due giorni, si e’ passati dal 32% del 2010 al 41% del 2014, mentre per la colecistectomia laparoscopica la proporzione di interventi con degenza post-operatoria inferiore ai tre giorni e’ salita dal 58,8% del 2010 al 66,5% del 2014. In crescita anche il volume dei ricoveri per la chirurgia del tumore al colon, mentre diminuisce lievemente la mortalita’.
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