Un flash mob per chiedere giustizia per le vittime del terremoto dell’Aquila e’ stato organizzato questa mattina da alcuni familiari delle vittime del sisma che il 6 aprile 2009 provoco’ 309 morti: un lungo striscione e’ stato esposto nei giardini di piazza Cavour, proprio davanti all’entrata della Corte, con su scritto ‘Contro chi ha rassicurato invece di allarmare, contro un sistema malato che protegge se stesso chiediamo giustizia’. Al flash mob partecipa un gruppo di persone che indossano magliette bianche con la scritta ‘Rassicurato’.
Il riferimento, naturalmente, e’ al processo che si apre oggi alla Suprema Corte e che vede imputati i sette componenti della commissione Grandi Rischi, accusati di omicidio colposo e lesioni per aver dato, dopo la riunione avvenuta il 31 marzo 2009, pochi giorni prima del sisma, rassicurazioni alla popolazione aquilana. “Ho riportato io mia figlia all’Aquila da Pisa il primo aprile dopo quella riunione, mi ha detto che avrebbe portato avanti dei lavori in laboratorio e che sarebbe tornata a Pasqua”, racconta Maria Grazia Piccinini, madre di Ilaria Rambaldi, una delle vittime del sisma. La signora Piccinini ha in mano una rosa bianca e spiega: “Il nostro stato d’animo e’ difficile da descrivere, abbiamo gia’ avuto un grande dispiacere con la sentenza d’appello. La Cassazione e’ il punto piu’ alto della giurisdizione e dunque ci aspettiamo piu’ equilibrio, ed una sentenza equilibrata non puo’ che essere a nostro favore. Bisogna ricordare – aggiunge – che vi sono stati 309 martiri, tra cui 55 ragazzi universitari, quella che sarebbe stata la futura classe dirigente di quel territorio”.
Questa mattina, nell’Aula magna della Cassazione, il processo prendera’ il via davanti alla quarta sezione penale, presieduta da Fausto Izzo: i giudici sono chiamati ad esaminare i ricorsi presentati dalle parti civili e dalla Procura generale dell’Aquila contro la sentenza con cui il 10 novembre dello scorso anno, la Corte d’appello dell’Aquila, ribaltando il verdetto del Tribunale, pronuncio’ l’assoluzione per sei dei sette componenti della commissione: Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi; Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia; Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti; Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e.; Claudio Eva, ordinario di Fisica all’Universita’ di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’Ufficio rischio sismico di Protezione civile.
L’unico condannato in appello fu Bernardo De Bernardinis, ex vice capo del settore tecnico del Dipartimento della Protezione civile, a cui i giudici d’appello hanno inflitto una pena (sospesa) a due anni. In primo grado, invece, tutti e sette gli imputati erano stati condannati a sei anni. Il verdetto della Cassazione e’ atteso tra stasera e domani: l’Aula magna, infatti, e’ stata resa disponibile per questo processo in queste due date. Tutto dipendera’ dal tempo che i numerosi avvocati impiegheranno per svolgere le loro arringhe. Per la Procura generale della Cassazione interverra’ il sostituto pg Maria Giuseppina Fodaroni. Tra i ricorsi presentati alla Suprema Corte, anche quello della Presidenza del Consiglio, in qualita’ di responsabile civile, mentre il Comune dell’Aquila figura tra le parti civili.
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