Il maxi-emendamento introduce una nuova disciplina, quella delle società benefit con mission sociale che «nell’esercizio di un’attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni o altri portatori di interesse.» Società attente non solo a utili e dividendi, ma anche alle comunità in cui operano.
“Siamo piuttosto perplessi e ci domandiamo di cosa si tratti – afferma il Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Pietro Barbieri – ma soprattutto quando e da dove sia saltata fuori tale nuova forma giuridica. Sino ad oggi infatti, con il disegno di legge di Riforma del Terzo Settore in discussione al Senato, non ne abbiamo mai sentito parlare.”
“Chiediamo quindi a Governo e Parlamento un atto di responsabilità. Una tale disciplina non farebbe che generare ulteriore confusione nei riguardi di un panorama già sufficientemente complesso e già in via di definizione. Una definizione peraltro che sta richiedendo un lungo ma partecipato processo di confronto con le realtà di terzo settore. Individuare nuove possibili forme giuridiche adesso sarebbe un grandissimo errore.”
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