L’introduzione di un meccanismo di ‘capacity market’ per incentivare i produttori di energia elettrica potrebbe essere un “catalizzatore di sviluppo” per il settore, dando ai mercati “segnali certi” in un orizzonte temporale di medio e lungo periodo. Lo ha spiegato il presidente dell’Autorita’ per l’Energia, Guido Bortoni, durante un convegno del Gse sulle energie rinnovabili. “Il trend delle rinnovabili si e’ un po’ affievolito ma questo settore e’ ormai maggioritario sul mercato elettrico, i paradigmi del mercato energetico stanno cambiando e andando verso una decarbonizzazione quasi completa”, ha affermato Bortoni, “la speranza e’ che cresca sempre di piu’ ma dia una mano anche ad altri settori che nicchiano sul contenuto green”.
“Stanno cambiando i connotati del dispacciamento e altri produttori sono costretti a trovare un nuovo ruolo”, ha proseguito il presidente dell’Autorita’, “un grosso settore che e’ il principale attore del sistema deve prendersi carico di due cose: partecipare alla vita e al funzionamento del sistema stesso, venendo responsabilizzato, e pagare le giuste tasse”. Per questa ragione, ha detto ancora Bortoni, occorre elaborare “nuovi schemi di remunerazione, tenendo presente che dovremo gestirli ancora per alcuni anni e quindi facendo attenzione a non ridurre le base imponibile per evitare che il carico diventi insostenibile per kilowatt/ora; il motivo per il quale il meccanismo dei certificati verdi e’ nato bene ma e’ cresciuto malissimo e’ legato a tutta una serie di esenzioni che lo hanno fatto deragliare”.
“Non si puo’ piu’ basare gli incentivi sull’energia prodotta o immessa, ora siano basati sui servizi forniti al sistema, con una premialita’ in funzione della capacita’”, ha aggiunto il presidente dell’Autorita’, “in un mondo elettrico che va verso costi variabili medi prossimi allo zero, il driver deve essere la capacita’ non il kilowatt/ora”. “Da quattro anni stiamo lavorando a un modello italiano di capacity market con due caratteristiche: e’ tecnologicamente neutro ed e’ un modello di mercato basato sul lungo termine, che si proietta per almeno cinque anni di capacita’ produttiva”, ha concluso Bortoni, “potrebbe essere un catalizzatore di sviluppo perche’ da’ ai mercati segnali di lungo termine”.
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