Si parla di mobilità sostenibile e tutti sembrano concordi sulla necessità di ridurre il traffico privato a favore di un efficiente trasporto pubblico e di un uso sempre più diffuso di strade dedicate a ciclisti e pedoni. Si rimane quindi francamente stupiti nell’apprendere che una delle opere ritenute strategiche per il rilancio di L’Aquila, smart city del futuro, sia un mega-ponte che possa evitare a felici automobilisti una manciata di chilometri per raggiungere dal centro cittadino l’area dedicata alle attività commerciali. Ancora una volta non si tiene conto del prezzo da pagare in termini di bellezza, di cui tanto si parla, e di “paesaggio”, termine che racchiude in sé significati sconosciuti ai più, considerato quanto poco sia stato rispettato in tempi anche recenti. Il fiume Aterno e la sua valle, culla della nostra storia, sono stati offesi da cavalcavia, nuove strade, nuovi insediamenti civili e industriali spesso inutilizzati o sottoutilizzati. Basti pensare, ad esempio, alla distruzione della collina su cui è stato realizzato il progetto C.A.S.E. di Bazzano e al cavalcavia costruito in quell’area proprio per creare quella tangenziale, già realizzata, di cui invece ancora si parla in relazione a questo nuovo progetto il cui costo non sarà certo irrisorio.
Sarà opportuna in proposito un’attenta riflessione: la strategia per il futuro della città potrebbe invece passare per la creazione di alternative su rotaia, sull’uso di mezzi di trasporto idonei e non inquinanti, sull’educazione a un uso sempre più limitato dell’auto. Si potrebbe forse pensare a un collegamento ferroviario con Roma o almeno a una diversa integrazione fra il trasporto su gomma e quello ferroviario per rendere quanto meno certi i tempi di collegamento con la capitale e con il suo sistema di trasporti. I dieci milioni di euro preventivati per il nuovo ponte nell’ambito del “Masterplan per il Sud”, secondo quanto riportato dai mezzi di informazione, potrebbero a mio avviso essere utilizzati in modo più proficuo per la nostra città e spero che si possa aprire sull’argomento un dibattito che consenta di giungere a scelte condivise.
Maria Rita Acone
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