“Se potessimo cancellare tutti i contratti gas a lungo termine lo faremmo subito, sono un cappio al collo”. E’ quanto ha dichiarato l’ad di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo a un convegno di Confindustria. “Perdiamo centinaia di milioni. Non hanno piu’ senso. Faremo di tutto per cambiarli”, ha aggiunto. Sui contratti take or pay, ha aggiunto Descalzi, “ci vuole la bacchetta magica. Siamo nella necessita’ di rinegoziarli costantemente per riportarli al prezzo dell’hub. Il business di comprare gas a lungo termine e rivenderlo e’ morto e sepolto. Quindi dobbiamo riuscire a rinegoziarli”. Si tratta, ha concluso, “di una vecchia struttura di commercializzare il gas”.
Quanto allo stop russo al Turkish Stream “non cambia molto per l’Europa dal punto di vista del rifornimento del gas”, ha detto l’ad di Eni in merito alle tensioni in corso tra Istanbul e Mosca e la sospensione del gasdotto. Questo stop, ha spiegato, “preoccupa la Turchia perche’ e’ un Paese che ha bisogno di gas e ha un grande rapporto di acquisto di gas con la Russia. Il contributo del gas russo e’ importante per la Turchia”. “L’interconnessione non puo’ piu’ essere legata agli interessi dei singoli Stati. Non c’e’ una politica energetica di un singolo Stato quando non abbiamo risorse e senza risorse non si fa politica energetica”, ha affermato Descalzi. “Dobbiamo unificare – ha proseguito – l’unica risorsa che abbiamo, e sono le infrastrutture, che bisogna mettere a fattor comune. Chi parla linguaggi diversi e’ contro il consumatore, perche’ queste infrastrutture le paga il consumatore”.
L’Europa non produce piu’ gas, anzi ha evidenziato l’ad, “le politiche attuali vedono la perforazione per il gas come un delitto, un crimine”, e quindi “non produrremo piu’ niente”. All’Europa “rimangono le infrastrutture” ma “i tubi che arrivano dal nord sono praticamente vuoti, anche se paghiamo la logistica” e la Russia “non sta portando gas supplementare” e senza usare tutta la sua capacita’”. Insomma, “c’e’ pochissimo di aggiuntivo da fare” a livello di infrastrutture, dice l’ad di Eni, “abbiamo circa 700 miliardi di metri cubi di capacita’ in infrastrutture, in Europa, non connesse, e che vengono utilizzate a meno del 50%, abbiamo 190 mld mc di rigassificatori e ne utilizziamo meno del 20%, mentre sul fronte dei gasdottti su 460 mld mc di capacita’ ne usiamo il 50%”, ha concluso.
Sui tempi del ritorno in Iran, Descalzi ha spiegato che “finche’ la situazione non e’ completamente definita, visto che investiamo miliardi, questi soldi li tengo in tasca soprattutto in questa condizione di prezzo basso” del petrolio. “Dobbiamo comprendere bene i nuovi contratti perche’ sono stati appena presentati – ha aggiunto – dovranno essere legati a dei giacimenti. Queste cose devono essere messe insieme e bisogna capire inoltre quali siano le garanzie. Le sanzioni sono ancora attive. Quando rientreremo in Iran non lo so. Potrebbe essere il 2016 ma bisogna capire cosa si potra’ fare. Ci sono ancora questioni in questo perimetro che devono essere definite”. Sui nuovi modelli contrattuali presentati dal governo iraniano il manager ha ribadito che “bisognera’ studiarli e discutere con la controparte iraniana. Un approfondimento e’ opportuno”.
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