“Perche’ un Giubileo della Misericordia? Cosa significa questo?”. Se lo e’ chiesto ad alta voce Papa Francesco all’Udienza Generale di oggi, dopo aver ricordato di aver aperto ieri la Porta Santa di San Pietro. “La Chiesa – si e’ risposto – ha bisogno di questo momento straordinario”. “Non dico – ha chiarito – e’ buono, no! Dico: la Chiesa ha bisogno. Nella nostra epoca di profondi cambiamenti, la Chiesa e’ chiamata ad offrire il suo contributo peculiare, rendendo visibili i segni della presenza e della vicinanza di Dio. E il Giubileo e’ un tempo favorevole per tutti noi, perche’ contemplando la Divina Misericordia, che supera ogni limite umano e risplende sull’oscurita’ del peccato, possiamo diventare testimoni piu’ convinti ed efficaci”.
Nella sua catechesi, il Papa ha espresso “la certezza che la misericordia puo’ contribuire realmente all’edificazione di un mondo piu’ umano. Specialmente in questi nostri tempi, in cui il perdono e’ un ospite raro negli ambiti della vita umana, il richiamo alla misericordia si fa piu’ urgente, e questo in ogni luogo: nella societa’, nelle istituzioni, nel lavoro e anche nella famiglia”. Ai 10 mila fedeli che lo ascoltavano, il Papa ha proposto anche l’obiezione di un suo immaginario interlocutore: “Ma, Padre, la Chiesa, in questo Anno, non dovrebbe fare qualcosa di piu’? E’ giusto contemplare la misericordia di Dio, ma ci sono molti bisogni urgenti!”. “E’ vero, c’e’ molto da fare, e io per primo – ha ammesso – non mi stanco di ricordarlo. Pero’ – ha aggiunto – bisogna tenere conto che, alla radice dell’oblio della misericordia, c’e’ sempre l’amor proprio. Nel mondo, questo prende la forma della ricerca esclusiva dei propri interessi, di piaceri e di onori uniti al voler accumulare ricchezze, mentre nella vita dei cristiani si traveste spesso di ipocrisia e di mondanita’”. “Tutte queste cose – ha rilevato – sono contrarie alla misericordia. I moti dell’amor proprio, che rendono straniera la misericordia nel mondo, sono talmente tanti e numerosi che spesso non siamo piu’ neppure in grado di riconoscerli come limiti e come peccato. Ecco perche’ e’ necessario riconoscere di essere peccatori, per rafforzare in noi la certezza della misericordia divina”. “Volgere lo sguardo a Dio, Padre misericordioso, e ai fratelli bisognosi di misericordia, significa – ha spiegato allora Francesco – puntare l’attenzione sul contenuto essenziale del Vangelo: Gesu’ Cristo, la Misericordia fatta carne, che rende visibile ai nostri occhi il grande mistero dell’Amore trinitario di Dio. Celebrare un Giubileo della Misericordia equivale a mettere di nuovo al centro della nostra vita personale e delle nostre comunita’ lo specifico della fede cristiana. Cioe’, Gesu’ Cristo, il Dio Misericordioso”.
Secondo Francesco, infine, “anche la necessaria opera di rinnovamento delle istituzioni e delle strutture della Chiesa e’ un mezzo che deve condurci a fare l’esperienza viva e vivificante della misericordia di Dio che, sola, puo’ garantire alla Chiesa di essere quella citta’ posta sopra un monte che non puo’ rimanere nascosta”. “Risplende – infatti – solo una Chiesa misericordiosa”.
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