Il nuovo accordo sul clima è stato firmato. Dopo due settimane di discussioni e negoziati, i 195 Paesi partecipanti alla Conferenza internazionale dell’Onu sui cambiamenti climatici di Parigi hanno raggiunto “un accordo giusto, duraturo, bilanciato”. Lo ha definito così il ministro degli Esteri francese e presidente della Cop21, Laurent Fabius, introducendo il testo definitivo ai rappresentanti degli stati partecipanti: “Se lo rigetterete i nostri figli in tutto il mondo non ci capiranno né ci perdoneranno”.
Il nuovo imperativo e punto fondamentale dell’accordo, che avrà valore dal 2020, è quello dilimitare l’aumento della temperatura non solo al di sotto dei 2 gradi, ma di contenerlo entro gli 1,5 gradi. Gli impegni nazionali saranno rivisti ogni 5 anni, ma solo per renderli più ambiziosi e si farà il punto sui progressi fatti. Utimo punto: destinare 100 miliardi di dollari per le compensazioni economiche (Loss&Damage) dei Paesi in via di sviluppo, impegnandosi ad aumentare progressivamente queste risorse nel futuro: i 100 miliardi di dollari all’anno saranno solo una base di partenza.
Il Presidente Usa Barack Obama è stato tra i primi a twittare le sue congratulazioni, descrivendo l’accordo col termine “huge”. Interviene anche il nostro Premier Renzi che twitta: “L’accordo sul clima a Parigi e’ un passo in avanti decisivo. Italia protagonista, oggi e domani“. Gli fa eco il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti: “12 dicembre 2015, oggi cambia il corso della storia. 196 Paesi marciano insieme per la salvezza del #Pianeta”.
L’accordo che per la prima volta mette l’industria dei combustibili fossili dalla parte sbagliata della storia, è in parte vincolante e in parte volontario. Da qui lecritiche di alcune associazioni ambientaliste che si sono ritenute soddisfatte, ma non fino in fondo. Ad esempio Oxfam dichiara: “L’accordo sul clima uscito dal summit di Parigi non scongiura l’impatto dei cambiamenti climatici sui paesi piu’ poveri del pianeta. Sebbene, infatti, le potenze di tutto il mondo abbiamo trovato un comune terreno d’intesa, ben poco si e’ fatto per riuscire a cambiare le condizioni di vita delle persone piu’ povere e vulnerabili, le piu’ esposte a fenomeni come l’innalzamento del livello dei mari, alluvioni e siccita’”. Anche Legambiente sottolinea: “Gli impegni gia’ annunciati alla vigilia della COP, secondo le prime valutazioni, se rigorosamente attuati sono sufficienti a ridurre soltanto di un grado circa il trend attuale di crescita delle emissioni di gas-serra, con una traiettoria di aumento della temperatura globale che si attesta verso i 2,7- 3 gradi”. (Dire)
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