La stessa confezione di farmaco, se ritirata direttamente dal paziente nella farmacia dell’ospedale invece che nelle farmacie del territorio convenzionate, può costare fino a 7,85 euro in meno al Servizio sanitario nazionale (SSN). E, se si tiene conto del ‘disturbo’ causato al cittadino dal fatto di doversela andare a prendere, il risparmio può crescere fin sopra i 9 euro. E’ quanto emerge da un’indagine comparata realizzata dall’Università di Ferrara per conto di SIFO, la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie. La ricerca ha preso in esame per un anno (nel 2013) le due forme di distribuzione di farmaci, diretta e per conto, nelle due Asl di Ferrara e nella Asl H Roma. Il risultato non lascia dubbi: la distribuzione diretta, per una Asl, è molto più economica, per cui dovrebbe essere incentivata. Varrebbe poi la pena replicare lo studio in altre realtà ospedaliere e/o sanitarie per individuare quale sia il modello or ganizzativo migliore in tema di distribuzione.
Dallo studio targato SIFO emergono due realtà molto diverse tra Ferrara e Roma, in primis a livello di costi: a Ferrara, dove sono state esaminate l’Azienda sanitaria locale e l’Azienda ospedaliero-universitaria, la distribuzione diretta fa spendere, come costo del servizio, 0,74 euro per ogni confezione, contro i 5,29 della distribuzione per conto. A Roma, invece, nella Asl H, la distribuzione diretta costa 3,7 euro per ogni confezione di medicinale, mentre quella per conto 11,55 euro. Questo significa che a Ferrara, per le Asl, distribuire i farmaci direttamente comporta un risparmio di 4,55 euro, mentre a Roma (dove i costi sono in proporzione molto più alti) il vantaggio arriva a 7,85 euro. Considerando poi anche il dato del costo “sociale” sostenuto dai pazienti nel processo di distribuzione (tra biglietti dell’autobus o benzina e permessi dal lavoro), la spesa a Ferrara diventa di 0,93 euro con la distribuzione diretta e di 5,84 euro con quella per conto. A Roma, invece, i costi sono rispettivamente 5,06 contro 14,69 euro.
La ricerca, pur datata 2013, solo recentemente è stata presentata alla direzione dell’Azienda sanitaria locale di Ferrara. L’auspicio di SIFO, alla luce del notevole risparmio che si evidenzia in questo studio pilota, è che l’analisi venga replicata in altre Aziende Sanitarie a livello nazionale, in modo da avviare una sorta di ‘mappatura’. L’ideale, poi, sarebbe individuare il modello più virtuoso nel panorama nazionale e cercare di uniformare i processi distributivi in tutta Italia.
Un’altra parte dell’indagine si è poi occupata anche di investigare il grado di soddisfazione dei cittadini riguardo alla distribuzione. Tra gli elementi più interessanti emersi, c’è il fatto che i pazienti, nel caso della distribuzione in nome e per conto, si lamentano delle ‘code’ in cui capita di incappare negli ambulatori, ma anche del fatto di essere costretti a dover ‘passare’ per il Medico di Medicina Generale per ottenere la prescrizione, portarla nella farmacia convenzionata, e tornare nuovamente nella stessa farmacia per ritirare il farmaco ordinato. Quanto alla professionalità dei farmacisti, i cittadini la apprezzano e si sentono in ottime mani sia nel caso della distribuzione diretta che di quella per conto.
“Visto il notevole risparmio evidenziato, la forma di distribuzione diretta è quella più conveniente per il Servizio sanitario nazionale. La ricerca, però, al tempo stesso riconosce il valore delle farmacie aperte al pubblico, in primis per un fatto di ‘vicinanza’ al cittadino”, afferma Stefano Bianchi, referente scientifico del progetto per SIFO nonché (fino a settembre 2015) responsabile del Settore continuità farmaceutica ospedale-territorio di Asl e Aou di Ferrara. “Sarebbe dunque auspicabile- conclude Bianchi- una buona forma di compartecipazione delle due forme di distribuzione, diretta e per conto, ipotizzando una rimodulazione dei compensi e un’uniformità di costo a livello nazionale”, conclude.
“Siamo convinti – aggiunge Laura Fabrizio, Presidente SIFO – che sia necessario trovare un giusto equilibrio tra le necessità assistenziali del paziente, la sostenibilità della spesa per il SSN e le esigenze dei Professionisti. Questo si ottiene anche ricorrendo a modelli assistenziali più appropriati, che vedono coinvolti le Farmacie convenzionate o i Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie, a seconda della specificità del paziente e del suo percorso diagnostico-terapeutico, in un’ottica di sistema”.
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