Un presepe vivente in “chiave romana”. Centurioni che si mischiano ai personaggi della sacra rappresentazione (Maria, Giuseppe e bambinello) con tanto di elmi, totem e scudi, musiche natalizie di sottofondo, vin brulè offerto ai passanti e i due marò (Salvatore La Torre e Massimiliano Giorone) in miniatura portati direttamente dalla leader del partito Giorgia Meloni.
Ai piedi della sede del partito, a piazza Paganica a Roma, Fratelli d’Italia ha ricostruito così la Natività. Un’iniziativa voluta dal gruppo di Fdi, per rivendicare “l’identità e le tradizioni romane e cattoliche” del popolo capitolino, a cui hanno preso parte, oltre a Giorgia Meloni, anche il capogruppo alla Camera, Fabio Rampelli e gli esponenti romani, Fabrizio Ghera, Andrea De Priamo e Federico Mollicone.
“Abbiamo chiesto ai romani di aiutarci a comporre un grande presepe- ha spiegato Meloni- chiedendo ad ognuno di loro di portare una statuetta, perché in questa lotta contro il fondamentalismo dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Quali sono i valori che difendiamo che sono quelli della solidarietà e della comprensione dell’altro. Per dover dialogare con gli altri tuttavia noi non vogliamo rinunciare ai nostri valori cristiani e romani”.
Questo viene ribadito anche “in polemica con quella cultura relativista che vorrebbe cancellare tutto ciò che stiamo pensando di essere così all’altezza di chi è vicino a noi”, aggiunge Meloni, che prosegue: “Se qualcuno si sente offeso dalla nostra tradizione quel qualcuno dovrebbe andare a vivere da un’altra parte, se vuole restare qui deve accettare le nostre tradizioni. Nel presepe allestito accanto a quello vivente, ha spiegato ancora, “abbiamo voluto un simbolo particolare. Accanto alle altre, abbiamo posizionato le statuine che ho portato io che sono quelle dei nostri due Maró. Questo perché mi dispiace che ieri il presidente della Repubblica citando le forze armate non abbia voluto spendere una parola per i nostri Marò che sono formalmente detenuti entrambi per una questione che è fuori da ogni dignità in tema di diritto internazionale”. Non c’è festa quindi, ha concluso Meloni, “con due militari italiani detenuti illegalmente in violazione di ogni diritto internazionale”. (Dire)
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