Novecentosessantacinque. Questo il numero delle persone uccise dalla polizia americana nel solo 2015, come rivela un’inchiesta pubblicata ieri in prima pagina dal Washington Post. A stupire e’ la seguentedisproporzione su base etnica: sebbene i giovani neri in America non costituiscano che il 6% della popolazione totale, arrivano tuttavia a rappresentare il 40% delle morti causate dai colpi d’arma da fuoco degli agenti federali. In aggiunta a cio’, sebbene le uccisioni di uomini bianchi sia giustificata dal loro comportamento aggressivo e pericoloso, e’ emerso che tre afroamericani o ispanici su cinque non ha avuto una simile condotta, tale da giustificare la reazione violenta da parte della polizia.
Per prevenire questi incidenti, alcune pratiche sono state messe in atto, come quella di ricorrere alle telecamere di sorveglianza oppure l’introduzione di programmi di formazione per insegnare agli agenti come comportarsi con persone affette da malattie psichiche, spesso all’origine degli scontri.
Tuttavia, come il quotidiano osserva, mancano ancora provvedimenti seri contro i ‘cattivi’ poliziotti: in dieci anni, su 65 di loro ritenuti colpevoli, solo 11 sono stati effettivamente condannati.
L’annosa questione e’ tornata alla ribalta dei media internazionali all’indomani della sparatoria di Chicago: ieri un giovane di 20 anni e’ stato crivellato di colpi assieme alla sua vicina- anche lei afroamericana, e madre di cinque figli- da alcuni agenti di polizia. La dinamica dei fatti non e’ ancora stata chiairita: finora, secondo quanto raccontato dalla madre del ragazzo, la famiglia di lui aveva dovuto richiedere l’intervento della polizia dopo che il giovane aveva iniziato a dare in escandescenze, essendo di recente affetto da disturbi psichici. Il ragazzo, che si e’ mostrato da subito aggressivo, non impugnava armi da fuoco bensi’ una mazza da baseball. Resta inoltre da capire perche’ sia stata abbattuta anche la donna.
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