“I dati sulla qualita’ dell’aria nelle citta’ italiane dimostrano ancora una volta che i problemi non si risolvono bloccando le auto, perche’ ai veicoli e’ imputabile solo una piccola parte delle emissioni inquinanti. Soprattutto in questo regime di emergenza, bisogna puntare il dito su altre fonti inquinanti. In una strategia di lungo periodo e’ comunque evidente che anche l’automobile puo’ dare il suo contributo se inquadrata in una logica sistemica, oggettiva e senza pregiudizi”. Lo ha dichiarato oggi il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, commentando l’andamento dello smog urbano dopo gli ultimi provvedimenti sulla mobilita’ privata. “Ancora una volta risulta evidente che gli interventi difformi sul territorio non servono senza un coordinamento nazionale – ha continuato Sticchi Damiani – che per la mobilita’ va incardinato su quattro punti, anche in considerazione del fatto che il nostro parco circolante e’ tra i piu’ vecchi in Europa: incentivare l’acquisto di auto nuove o usate a minore impatto ambientale; favorire la rottamazione dei veicoli vecchi piu’ inquinanti (oggi 1 auto su 4 e’ pre Euro3), salvaguardando le vere auto d’epoca attraverso una lista chiusa di modelli storici, come quella stilata da ACI; potenziare anche qualitativamente il trasporto pubblico locale; sostenere l’offerta di car sharing non solo a Roma e Milano, ma anche nelle realta’ urbane meno estese come Verona, Firenze e Bari dove ACI offre gia’ un servizio di auto condivise, anche elettriche”
Smog: i problemi non si risolvono bloccando le auto
“I dati sulla qualita’ dell’aria nelle citta’ italiane dimostrano ancora una volta che i problemi non si risolvono bloccando le auto, perche’ ai veicoli e’ imputabile solo una piccola parte delle emissioni inquinanti. Soprattutto in questo regime di emergenza, bisogna puntare il dito su altre fonti inquinanti. In una strategia di lungo periodo e’ comunque […]
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