L’Aquila torna sulle pagine di Repubblica e lo fa in un reportage sulla situazione della città a quasi 7 anni dal terremoto firmato da Corrado Zunino dall’eloquente titolo: AAA Vendesi L’Aquila.
“Affittasi, vendesi, poi affittasi. Il panorama largo dell’Aquila post-terremoto è ancora assediato dalle gru, che svettano sul cantiere più grande d’Italia in questa giornata di pioggia fredda, e la notte s’illuminano per ricordare le Feste. Se si zooma sugli esterni dei palazzi ricostruiti, più spesso demoliti e ricostruiti dalle fondamenta, s’inquadra invece il cartello: “Affittansi studi professionali”. Segue cellulare… […] E così a Preturo, a Bazzano: cartelli sui balconi e le ringhiere. Dopo il 6 aprile 2009 quasi tutto ha cambiato destinazione d’uso nell’Aquila vecchia e nelle sue 64 frazioni: sedi di cori polifonici, associazioni di alpini, pizzerie.
Per un terzo è già in vendita. In questi mesi si stanno riconsegnando locali e palazzi in centro storico. Nella Banca Unicredit di corso Vittorio Emanuele hanno allargato il mercatino della Befana. Attorno alla chiesa di Santa Maria Paganica, che ha ancora il tetto sventrato, sono rientrati lo storico notaio e il vecchio penalista e nel Palazzo Antinori ha aperto un’enoteca. […]
Spiega il costruttore Fulvi, quello del solarium sui resti della bocciofila Acli: «Ci sono zone dell’Aquila che hanno ripreso un po’ di vita, alcuni negozi sono tornati nei palazzi a piano terra, ma ci sono tante case in vendita. Si può fare qualche affare». […] .
Nella modernità L’Aquila ha vissuto di affitti, di impieghi d’ufficio, di rendita. Non c’è industria qui, solo un po’ di farmaceutico. Non esiste turismo. Le diciannove New towns del Progetto case con undicimila ospitati, le duemila casette di legno dei villaggi Map, la possibilità di lasciare l’appartamento instabile del centro storico per uno di pari valore “in qualsiasi comune d’Italia” (ne hanno usufruito in seicento). Oggi, sì, il surplus è diventato un’offerta drogata di immobili nuovi: ci sono più case che persone all’Aquila e il mercato è crollato.
Il titolare della Belvedere srl, l’ingegnere Francesco Laurini: «La ristrutturazione con il totale finanziamento di Stato ha riguardato in maniera indiscriminata ogni immobile, fosse stato costruito nei Sessanta o nel 2008. Il finanziamento è arrivato anche a chi non aveva l’abitabilità e oggi tre appartamenti ogni dieci sono sul mercato e ogni appartamento ha subito un deprezzamento del trenta per cento». Prima del 6 aprile le case migliori entro le mura trecentesche valevano 5.000 euro a metro quadrato, oggi 3.000 euro.
La grande paura della bolla immobiliare precede quella dello spopolamento, l’addio all’Aquila da parte di chi – sei anni più vecchio – ha elaborato il lutto, incrostato l’emozione e poi si è accorto che qui non c’è futuro. La disoccupazione è al 27 per cento, vecchi e bambini compresi: significa che un aquilano su due in età da lavoro non ha lavoro. Le residenze parametrate con l’ultimo censimento dicono che sono partite tremila persone, millecinquecento sono rientrate.
Si sono riempiti i paesi intorno, ma questa stagione è decisiva per capire se L’Aquila diventerà la nuova Pompei con i tour operator a mostrare case rifatte a regola d’arte senza fornelli accesi in cucina. […]
L’articolo è stato ripreso dai vertici aquilani di Confcommercio che, nella giornata di oggi, hanno commentato così il reportage di Zunino.
“La nostra Organizzazione, unitamente alle altre Associazioni di categoria di Rete Imprese Italia, nell’Ottobre 2010 presentò una progettualità riguardante il rilancio produttivo e socio-economico del nostro Capoluogo che poneva al primo posto la necessità di far riprendere nel centro storico cittadino le attività commerciali ed artigianali.
Tale progetto era frutto di uno sforzo che le Associazioni di categoria delle piccole e micro imprese del territorio misero in campo con il contributo di un nutrito gruppo di tecnici qualificati coordinati dall’Arch. Angelo Patrizio, Responsabile per la Confcommercio Nazionale, dell’Urbanistica e delle Infrastrutture.
Il corposo ed impegnativo studio richiese circa seicento sopralluoghi fisici nei locali del centro e corredato da un compendioso numero di rilievi tecnici, di tabelle e grafici anche riguardanti gli attrattori di flussi (uffici pubblici nazionali, regionali, comunali, scuole…..) e anche di un plastico che riproduceva il centro storico della città che fu donato all’Amministrazione Comunale dell’Aquila che partecipò con i suoi vertici alla pubblica presentazione in una conferenza stampa cui presenziò anche il Sindaco Cialente ed altri Assessori Comunali.
Di quel contributo, purtroppo, da allora non si è parlato più e, a nostro avviso, è stato un vero peccato.
Sostenevamo da allora che era necessario mettere al centro del dibattito cittadino e nazionale il rilancio sociale ed economico contemporaneamente al difficile processo di ricostruzione materiale della città.
Sono passati più di cinque anni da allora e oltre 2.600 giorni dal 6 Aprile 2009 e, ancora oggi, come si evince dall’odierno reportage del quotidiano nazionale “La Repubblica” la questione da noi posta è ancora di stringente attualità e da affrontare e lo diciamo non per avviare sterili ed improduttive polemiche, ma per riprendere con spirito costruttivo il lavoro che a suo tempo mettemmo a disposizione dell’Amministrazione Comunale con la voglia di contribuire alla rinascita complessiva della nostra bellissima città.
Proprio per questo ancora una volta lanciamo l’invito e l’appello al Sindaco Cialente per ripartire da quello studio e riaprire un proficuo e costruttivo dibattito sulle possibili prospettive sociali ed economiche che L’Aquila ed i suoi cittadini ancora aspettano e crediamo meritino.
Noi, in tale direzione, siamo ancora una volta pronti e disponibili a dare il nostro modesto contributo.”
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