Addio a David Bowie, una delle figure piu’ leggendarie del rock mondiale. Il Duca Bianco, autore de classici como Starman e Space Oddity, e’ morto circondato dai suoi cari “dopo 18 mesi di battaglia contro il cancro”, ha fatto sapere la famiglia con una nota sulla sua pagina ufficiale Facebook. “Molti di voi condivideranno questa perdita, vi chiediamo di rispettare la privacy della famiglia in questo momento di dolore”.
Il cantante, che era nato l’8 gennaio 1947, venerdi’ scorso nel giorno del suo 69esimo compleanno, aveva pubblicato il suo ultimo album, Blackstar.
Le voci sulla sua salute si erano rincorse per anni. In pubblico aveva cantato l’ultima volta nel 2006, in un concerto a New York per beneficienza. Poco dopo l’annuncio su Facebook, la notizia e’ stata confermata anche dal figlio, Duncan Jones, noto anche come Zowie Bowie, con un messaggio accompagnato da una foto di entrambi, quando il bimbo era piccolo: “Davvero addolorato e triste nel dire che e’ vero. Saro’ fuori dalle social network per un po’. Grande affetto a tutti”.
Innovatore e capace di sperimentare nuovi territori musicali, l’artista, che di recente era stato visto molto poco in pubblico, e’ stato una delle figure piu’ celebrate e di successo del secolo appena trascorso.
Immediato il tributo del mondo dello spettacolo e della cultura. Anche il premier britannico David Cameron ha voluto dare il suo tributo: “Sono cresciuto ascoltando e guardando il genio pop di David Bowie. E’ stato un maestro della re-invenzione. Una perdita enorme”. Riservato, poco disponibile ad interviste Bowie era sposato a Imam, modella di successo fino al fatale incontro, e che poi, dopo il matrimonio nel 1992, gli e’ sempre stata accanto, in una delle unioni piu’ durature dello star-system.
Il camaleontico Duca Bianco aveva saputo coniugare talento, successo commerciale e ambiguita’ ed è riuscito a influire su generazioni di artisti con uno stile ineguagliabile.
Provocatore, enigmatico e innovatore, David Robert Jones, questo il suo nome, è riuscito ad essere punto di riferimento imprenscindibile della cultura glam e virtuoso sulla scene, ma anche attore, produttore discografico e venerata icona della moda per la sua tendenza a provocare e a giocare con la sua immagine. Ma David Bowie è soprattutto riuscito a segnare la storia della musica per cinque decenni.
Negli anni ’70, la profondità intellettuale del suo lavoro, la voce particolare e l’originalità di tutti i suoi progetti lo trasformò in uno dei maestri del glam rock. Autore di album inneggiati dalla critica come Heroes (1977), Lodger (1979) o Scary Monsters (1980), l’ artista nato a Brixton (Londra), e trasferitosi a New York da diversi anni, raggiunse il successo il 6 giugno 1972 con The Rise and Fall of Ziggy Stardust and The Spider From Mars“.
Un disco osannato, che racconta l’inverosimile storia del personaggio Ziggy Stardust, un extraterrestre bisessuale e androgino, diventato stella del rock, in cui sintetizzò due delle sue ossessioni: il teatro giapponese Kabuki e la fantascienza. Eppure l’eccentrico personaggio fu solo una dei molti e variopinti personaggi adottati, come alter ego della sua carriera creativa: Aladdin Sane o anche il Duca Bianco appunto. Era noto come ‘duca’ ma arrivo’ persino a rifiutare di essere insignito dalla regina con il titolo di cavaliere. David Bowie, nella sua Londra, nel 2003 fece appunto quello che pochi altri nella storia hanno fatto: rifiutare un titolo dalla sovrana Elisabetta II.
Contrariamente ai ‘baronetti’ Paul McCartney, Elton John e Mick Jagger, che quel titolo lo hanno preso volentieri, Bowie quell’anno, alla notizia della futura premiazione, disse: “Non potrei mai e poi mai accettare qualcosa come questo. Veramente non capisco a cosa serva. Non è quello a cui ho dedicato l’intera mia vita”.
Ma nonostante il rifiuto, che costò non poco imbarazzo alla Casa Reale, Bowie è sempre stato legato alla metropoli inglese e alle sue rivoluzioni. Del resto nacque a Brixton, popolarissimo quartiere nel sud della capitale, proprio negli anni in cui quell’area iniziava a essere popolata dalle genti dei Caraibi e dell’Africa. Il miscuglio di popoli è ancora vivissimo a Brixton, il quartiere che tuttora si porta addosso l’etichetta di ‘luogo dove è nato David Bowie’.
Tutta Londra, comunque, è stata impregnata negli ultimi decenni dell’opera del Duca Bianco. Al punto che il Victoria & Albert Museum, l’istituzione culturale britannica nel cuore di Kensington, nel 2013 dedicò a Bowie una delle sue mostre più riuscite di sempre. Dal 23 marzo al 28 luglio di quell’anno, decine di migliaia di persone visitarono le sale del museo, che ospitavano oltre 300 oggetti legati in un qualche modo al cantante. Una mostra multimediale, piena di musica e di video, che consacrava Bowie nell’empireo dell’arte e che in qualche modo dava al visitatore l’idea che uno dei figli più importanti della capitale sul Tamigi fosse veramente immortale. Fino a oggi.
Anche Luciano Ligabue è rimasto profondamente turbato dalla morte di David Bowie e ha così commentato la notizia: “Di fronte a un colosso, giù il cappello. Ziggy Stardust, Duca Bianco, David Bowie ora è anche Black Star. Ma è sempre stato David Robert Jones. Il suo lascito musicale è enorme. A lui il mio più sentito grazie dal profondo del cuore”.
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