Al sit-in di ieri 12 gennaio , che si è protratto sino alle 18.30, hanno aderito diverse centinaia di insegnanti, giunti da diverse regioni d’Italia. Anche diversi esponenti politici si sono recati a Viale Trastevere per esprimere il loro sostegno agli oltre 100mila supplenti abbandonati dallo Stato, coscienti del fatto che la loro presenza negli istituti è indispensabile per il regolare svolgimento delle lezioni. E che, nel contempo, la loro stabilizzazione è prevista dalle norme europee contro l’abuso del precariato.
Così dichiara Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief: siamo qui perché nonostante la Buona Scuola, la Legge n.107/15 voluta dal premier, abbia immesso in ruolo 86mila docenti, ancora oggi una cattedra su dieci rimane vacante e affidata a supplenza. E questo è gravissimo, dal momento che ci sono 100mila abilitati, compresi coloro che hanno conseguito il diploma magistrale, già selezionati e pronti a subentrare.
I supplenti abilitati inseriti in seconda fascia d’Istituto, comprendendo nel computo anche i tanti diplomati magistrali chiedono oggi di essere stabilizzati. E non per una concessione, ma per la normale applicazione delle norme europee contro l’abuso del precariato. A loro, si aggiungono diverse decine di migliaia che rivendicano, a ragione, la possibilità di accedere ad un corso che li abiliti all’insegnamento perché hanno superato il “tetto” minimo di supplenze previsto. “Il paradosso – ha detto ancora Marcello Pacifico, presidente Anief anche lui presente al sit-in – è che nonostante la Buona Scuola, la Legge n.107/15 voluta dal premier, abbia immesso in ruolo 86mila docenti, dimenticando peraltro il personale Ata, ancora oggi una cattedra su dieci rimane vacante e affidata a supplenza. Tanto è vero che pure nell’anno scolastico in corso oltre 100mila posti sono stati affidati ai precari”. “E guarda caso – ha continuato il leader del sindacato scolastico autonomo -, la scorsa estate sono stati più di 100mila i docenti esclusi dalle GaE, le Graduatorie ad esaurimento. Per una norma sbagliata e ormai superata delle sentenze dei tribunali, nazionali ed europee, questi docenti, con alle spalle anni di insegnamento, sono stati così esclusi da tutte le fasi riguardanti il piano nazionale straordinario di assunzioni, inclusa quello dell’organico potenziato degli istituti. Alcune categorie, come quella dell’infanzia e del sostegno, sono state particolarmente colpite, perché a fronte di decine di migliaia di posti vacanti hanno assistito all’immissione in ruolo di pochissimi colleghi. La fermezza del Miur ha rasentato il masochismo, perché si arrivati a cancellare 16mila posti destinati alle immissioni in ruolo e già finanziati”.
CHI SONO I PRECARI CHE PROTESTANO
Sono più di centomila, insegnano da anni nei nostri istituti, sono stati abilitati dallo Stato con corsi a volte a numero programmato presso gli atenei, spesso costosi (in media 3.500 euro a docente), sono supplenti ma non possono essere stabilizzati e dal prossimo anno saranno mandati a casa. Eppure, i dirigenti li cercano e li chiamano dalle graduatorie d’istituto per non interrompere la didattica e il regolare svolgimento delle lezioni.
COSA CHIEDONO I PRECARI
Un emendamento al decreto Milleproroghe 2016 che li inserisca nelle Graduatorie ad esaurimento, per partecipare alle nuove assunzioni per scorrimento delle stesse (Anief si è fatto carico di presentarlo). L’eliminazione del comma 131 della Legge 107/15, che dal 1° settembre 2016 vieterà di assumere personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario con oltre 36 mesi di supplenze svolte.
Un corso riservato per il personale non abilitato con 180 giorni di servizio.
Una quota riservata per il nuovo concorso a cattedra, per chi ha tre anni di servizio come la normativa vigente prevede.
Lascia un commento