Torna a Verona, per la sua diciannovesima edizione, il Congresso Nazionale sulle Malattie Respiratorie “Asma Bronchiale e BPCO: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie”, che si terrà il 14 e il 15 gennaio presso il Centro Congressi Hotel Leopardi, con più di 300 specialisti provenienti da tutta Italia.
IL CONGRESSO COMPIE 20 ANNI – “Il Congresso dimostra una lunga tradizione e si conferma come evento centrale nello studio scientifico dell’asma e della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e dei fattori relativi – spiega il Prof. Roberto Dal Negro, Referente Scientifico e Fondatore del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria con sede a Verona – In questi anni sono stati sviluppati tutti gli aspetti delle malattie, aggiornando man mano i risultati della ricerca e migliorandone la comprensione. Anche quest’anno focus sulla farmacoeconomia, di cui parlammo per la prima volta nel 1991, con tutti gli sviluppi e tutti i costi di gestione. Saranno esaminate e approfondite anche le malattie più preoccupanti, le terapie a disposizione, e verranno presentati i primi dati di uno studio italiano della tosse”.
SMOG E PM10 – Si parlerà anche di inquinamento durante le due giornate congressuali, approfondendo il discorso di stretta attualità relativo alle giornate a targhe alterne. Queste, secondo gli specialisti, vengono messe in atto con troppe deroghe in diverse città, nonostante la situazione sia ormai “esplosiva”. Uno sforzo inutile, soprattutto se attuato un paio di giorni l’anno: durata che non consente alcun tipo di abbassamento delle soglie richieste. L’appuntamento dovrebbe diventare almeno mensile.
“Migliorare la situazione è possibile, ma queste politiche devono essere attuate con fermezza per scendere sotto la soglia di sforamento – spiega il Prof. Dal Negro – Purtroppo il modello non può essere mantenuto a lungo: pena il blocco del nostro consolidato modello di vita, di trasporti, e di sviluppo economico. Le reali soluzioni al problema dell’inquinamento nelle piccole e grandi città sono la riorganizzazione seria dei trasporti pubblici, il consumo incontrollato del territorio, il controllo e la verifica seria delle emissioni domestiche da riscaldamento, la riduzione dei trasporti su gomma. Tutti questi, però, sono interventi strutturali che prevedono grandi cambiamenti del nostro modello economico”.
MALATTIE RESPIRATORIE TERZA CAUSA DI MORTALITA’ NEL VENETO – Verona e il Veneto non sono diversi dal resto del Paese per quanto attiene ai macroindicatori relativi ad Asma e BPCO. “Sono realtà geografiche – spiega il Prof. Dal Negro – appartenenti alla Pianura Padana, zona caratterizzata da elevata industrializzazione; da elevatissima concentrazione di viabilità per traffici leggeri e pesanti; in genere, da scarsa ventosità ed elevata umidità, ad elevata concentrazione di PM10 e inquinanti correlati per molti giorni all’anno, con numerosissimi sforamento della soglia critica. Nelle sette province del Veneto, già da anni le malattie respiratorie rappresentano la terza causa di mortalità in entrambe i sessi”.
La tosse interessa 9 milioni di italiani; sono tre milioni, invece, gli italiani che si rivolgono in farmacia direttamente al banco, senza prescrizione medica. Secondo gli ultimi dati spendono sino ai 100 milioni di euro all’anno. Ne esistono di più tipologie: la tosse da ipersensibilità, ad esempio, è una sindrome che per essere manifestata basta un contatto con piccoli sbalzi di temperatura, stimoli meccanici o esposizione a sostanze chimiche. Praticamente tutti questi piccoli fattori possono scaturire tosse indipendentemente dalla patologia d’origine. Poi ci sono quelle più classiche o le sinusiti, o la bronchite virale e quelle scaturite da virus influenzali. Cinque milioni di visite all’anno: secondo i dati delle ultime ricerche, la tosse persistente ha un’incidenza del 10%. I più colpiti sono donne e bambini: se per quanto riguarda il secondo gruppo, sino agli 8/10 anni, la motivazione è data da un sistema immunitario ancora incompleto, e quindi più esposto alle infezioni, per le donne si è ipotizzato che ci sia una maggiore sensibilità nel rispondere agli stimoli esterni con la tosse. Da un punto di vista geografico, i più colpiti sono quelli del Nord Italia (+25%) rispetto a quelli del Centro Sud. “Non ci sono farmaci adatti per guarire dalla tosse – afferma il Prof. Dal Negro – Al momento stanno lavorando su alcune molecole per placarla, farmaci particolarmente promettenti ma non ancora disponibili. Ad oggi tutto ciò che viene fatto per la tosse potrebbe avere risultati nulli, a meno che non si capisca la causa e la si combatta direttamente. Non si è ancora mai dimostrata nessuna significativa superiorità rispetto ai rimedi naturali, che possono essere miele e propoli. Questo non significa che non siano validi, ma che il confronto non è tale da optare per una scelta o per un’altra. Sicuramente in alcuni casi, quelli più gravi, è opportuno puntare al farmaco, almeno per il suo effetto sedativo. Altrimenti si può provare ad usare per alcuni giorni latte caldo e miele e vederne gli effetti”.
Circa il 50% degli italiani afferma che la tosse è una malattia e non soltanto un sintomo. E quando sopraggiunge, un terzo degli intervistati si rivolge al medico nei primi 3 giorni: la maggioranza sceglie di “curarsi” con rimedi domestici, mentre solo uno su cinque si rivolge al farmacista.
IL CONGRESSO – Si parla di tosse in apertura della diciannovesima edizione del Congresso Nazionale sulle Malattie Respiratorie “Asma Bronchiale e BPCO: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie”, presso il Centro Congressi Hotel Leopardi di Verona, con più di 300 specialisti provenienti da tutta Italia. “Il Congresso dimostra una lunga tradizione e si conferma come evento centrale nello studio scientifico dell’asma e della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e dei fattori relativi – spiega il Prof. Roberto Dal Negro, Referente Scientifico e Fondatore del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria con sede a Verona – In questi anni sono stati sviluppati tutti gli aspetti delle malattie, aggiornando man mano i risultati della ricerca e migliorandone la comprensione. Anche quest’anno focus sulla farmacoeconomia, di cui parlammo per la prima volta nel 1991, con tutti gli sviluppi e tutti i costi di gestione”.
MOTIVI DI PREOCCUPAZIONE – Circa il 50% degli italiani afferma che la tosse è una malattia e non soltanto un sintomo. E quando sopraggiunge, un terzo degli intervistati si rivolge al medico nei primi 3 giorni: la maggioranza sceglie di “curarsi” con rimedi domestici, mentre solo uno su cinque si rivolge dal farmacista. Dopo una settimana di tosse persistente, metà del campione interpellato inizia a preoccuparsi, mentre si preoccupa “moltissimo” se la tosse dura due settimane. “Durante questa fase – spiega il Prof. Roberto Dal Negro – il 61% degli italiani pensa che questa sia la diversa malattia. A destare la maggiore preoccupazione è la paura che la tosse nasconda un male incurabile. La paura aumenta, anzi raddoppia, quando la tosse persiste (e quindi raggiunge le 3 settimane) nei bambini”.
LA CURA PER LA TOSSE – “La tosse persistente non è sinonimo di antibiotico – prosegue Dal Negro – solo uno su quattro ritiene che sia quest’ultimo il farmaco giusto. La sedazione della tosse è ricercata dal 70% degli italiani, che sono convinti che non sia il cortisone a curare la tosse, e la stessa percentuale è convinta che un’attività aerosolica, qualunque essa sia, possa dare benefici. Quando si decide di rivolgersi ad una figura specializzata, il 70% degli italiani va prima dal medico di base e poi si rivolge dal pneumologo”.
COSTI E FREQUENZE – Il 50% degli italiani è disposto a vendere fino a 20 euro, di tasca propria, per qualcosa che plachi i sintomi, mentre un 15% spenderebbe ben di più per avere un farmaco efficace. Infine il 53% degli italiani ha due episodi di tosse all’anno, mentre c’è un 20% che viene colpito dalle 3 alle 5 volte. La maggioranza di questi episodi dura meno di 10 giorni, ma c’è anche un 30% che dura più di un mese. La tosse interessa 9 milioni di italiani; sono tre milioni, invece, gli italiani che si rivolgono in farmacia direttamente al banco, senza prescrizione medica. Secondo gli ultimi dati spendono sino ai 100 milioni di euro all’anno. Ne esistono di più tipologie: la tosse da ipersensibilità, ad esempio, è una sindrome che per essere manifestata basta un contatto con piccoli sbalzi di temperatura, stimoli meccanici o esposizione a sostanze chimiche. Praticamente tutti questi piccoli fattori possono scaturire tosse indipendentemente dalla patologia d’origine. Poi ci sono quelle più classiche o le sinusiti, o la bronchite virale e quelle scaturite da virus influenzali. Cinque milioni di visite all’anno: secondo i dati delle ultime ricerche, la tosse persistente ha un’incidenza del 10%. I più colpiti sono donne e bambini: se per quanto riguarda il secondo gruppo, sino agli 8/10 anni, la motivazione è data da un sistema immunitario ancora incompleto, e quindi più esposto alle infezioni, per le donne si è ipotizzato che ci sia una maggiore sensibilità nel rispondere agli stimoli esterni con la tosse. Da un punto di vista geografico, i più colpiti sono quelli del Nord Italia (+25%) rispetto a quelli del Centro Sud. “Non ci sono farmaci adatti per guarire dalla tosse – afferma il Prof. Dal Negro – Al momento stanno lavorando su alcune molecole per placarla, farmaci particolarmente promettenti ma non ancora disponibili. Ad oggi tutto ciò che viene fatto per la tosse potrebbe avere risultati nulli, a meno che non si capisca la causa e la si combatta direttamente. Non si è ancora mai dimostrata nessuna significativa superiorità rispetto ai rimedi naturali, che possono essere miele e propoli. Questo non significa che non siano validi, ma che il confronto non è tale da optare per una scelta o per un’altra. Sicuramente in alcuni casi, quelli più gravi, è opportuno puntare al farmaco, almeno per il suo effetto sedativo. Altrimenti si può provare ad usare per alcuni giorni latte caldo e miele e vederne gli effetti”.
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