La Regione Abruzzo si defila dal referendum anti trivelle e si schiera a fianco del Governo, contro le altre regioni che avevano sposato la causa No Triv. E’ questa la denuncia del Movimento Nazionale No Triv e delle associazioni (Possibile, WWF su tutti) riguardanti gli ultimi incredibili – ma forse anche prevedibili – cambi di scenario: la Regione Abruzzo ha deciso infatti di ritirare la delega per i referendum al professor Mangiameli, delegato per l’Abruzzo sulla questione.
“E tutto questo è stato deciso dalla Giunta Regionale, con il Consiglio Regionale che non ne era evidentemente al corrente”, ha inteso sottolineare il Comitato Nazionale No Triv.
“Si tratta di un atto gravissimo ed irresponsabile; dell’ennesimo colpo inferto alla democrazia nel nostro Paese: non solo il Referendum non è più da tempo nella disponibilità di nessuno se non della Corte Costituzionale ma – volendosi spingere fino ad infrangere le regole – avrebbe dovuto essere il Consiglio Regionale, che rappresenta tutti gli Abruzzesi, a discutere e decidere se deliberare su questo drastico cambio di rotta. Il Presidente D’Alfonso e la Giunta si dimettano immediatamente!” chiedono a gran voce dal movimento No Triv.
“All’improvviso, senza nessun dibattito in Consiglio regionale, l’Abruzzo sceglie di cambiare squadra e da quella delle Regioni passa a quella del Governo” dice il WWF Abruzzo. È come se durante una partita di calcio uno degli undici giocatori si togliesse la maglia indossata fino a quel momento e si mettesse quella degli avversari per continuare la partita a loro fianco. Si dice che l’obiettivo di fermare la piattaforma “Ombrina Mare” è stato raggiunto e che non c’è più ragione del contendere. Ma in realtà la Cassazione, confermando il referendum sul divieto di trivellazione delle 12 miglia, sembra ritenere il contrario, e oltretutto la Corte Costituzionale deve pronunciarsi a giorni (19 gennaio) e sarebbe stato meglio attenderne la decisione”.
Dal suo canto, il governatore D’Alfonso, sul proprio profilo Facebook ha pubblicato la delibera approvata dalla Giunta regionale, o meglio dal Governatore e da soli tre assessori presenti alla riunione: Marinella Sclocco, Dino Pepe e Donato Di Matteo. ”Questa delibera è stata adottata poiché con i commi 239 e 242 dell’art. 1 della legge 208/2015 (Legge di Stabilità 2016) il Governo ha introdotto le modifiche normative richieste dalla Regione Abruzzo sulle trivellazioni petrolifere ed è quindi cessata la materia del contendere”.
Tali modifiche – si legge in delibera – sono “pienamente satisfattive rispetto alle domande referendarie poste” e hanno ottenuto “il medesimo effetto abrogativo che si sarebbe prodotto in via referendaria, con piena soddisfazione delle prerogative dell’Ente regionale promotore” con conseguente “caducazione di tutte le richieste referendarie a tal fine formulate“.
In altre parole, ”risolta la questione di Ombrina di Ferro, non può che dirsi cessata la materia del contendere referendario. Entro 12 miglia nessuna piattaforma né ginnastica di ferro petrolifera. Dopo il 20 gennaio, riprendiamo un’iniziativa istituzionale per fronteggiare e risolvere il tema delle isole Tremiti, usando i tavoli istituzionali”.
“Per quanto ci riguarda – avvisano i membri aquilani di Possibile – dopo un’intera estate passata a raccogliere firme di oltre 2400 persone in provincia dell’Aquila (di cui 1800 solo a L’Aquila, oltre 9000 in tutta la Regione ad opera dei diversi Comitati regionali) anche per i quesiti referendari contro le trivellazioni a mare e contro il carattere strategico delle trivellazioni, continueremo a seguire con estrema attenzione e con l’interesse di sempre l’evoluzione del quadro nelle prossime ore e dei prossimi giorni, vigilando che l’interesse degli abruzzesi non sia sovvertito da alcun colpo di mano”.
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