Sono morti a pochi giorni di distanza e sebbene non si fossero mai conosciuti avevano idee e modi di raccontare molto comuni. Artisti diversi ma con una comune passione: descrivere l’Italia e gli italiani, con i loro vizi che non cambiano e farlo sempre con intelligenza.
Più famoso Ettore Scola, maestro di un cinema di risate amare, potente e coscienzioso, progressista e sempre nuovo.
L’altro, re del teatro dialettale aquilano, è Franco Villani: attore, regista, fondatore dello storico gruppo di Teatro Amatoriale Aquilano che nel gennaio del 2014 aveva festeggiato i sessant’anni di attivita’, portando in scena, con la moglie Rossana Crisi, spettacoli che hanno entusiasmato centinaia di piazze in tutto l’Abruzzo, in oltre 50 teatri nazionali e internazionali, rappresentando la citta’ dell’Aquila come esempio di provincia italiana e raccogliendo piu’ di cinquanta premi e riconoscimenti a livello regionale e nazionale.
Se ne sono andati due grandi artisti che hanno fatto ridire, ma soprattutto pensare, che, dal teatro e dallo schermo, ci hanno dimostrato che la creazione di una risata non è semplice borbottio della pancia o simpatia da bar, ma tentativo apparentemente ‘leggero’ di riflessione sul passato, occhiata spietata sul presente, anelito spesso malinconico verso il futuro.
Nessuno dei due si è mai nascosto dietro scelte di comodo, con un gusto comune della battuta che induce pensiero. Entrambi, in arti diverse, ci hanno insegnato che bisogna saper ridere di sé per ironizzare sul mondo. Un talento raro ed oggi davvero rarissimo.
Ci mancheranno.
Carlo Di Stanislao
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