Interrogata ieri a Bruxelles dalla Commissione per le Liberta’ civili, Giustizia e Affari interni sulla discussa riforma di legge sull”immigrazione, la minsitra degli Esteri della Danimarca non ha ”ammorbidito” le posizioni del suo esecutivo.
I punti piu” discussi del testo – che rende molto piu’ difficile il riconoscimento dello status di rifugiato, e quindi l’asilo politico – riguardano l’autorizzazione data alla polizia di confiscare ai migranti il denaro e i beni di valore, permettendo loro di mantenere fino a 10mila corone (pari a circa 1.300 euro), e la nuova prassi sul ricongiungimento familiare.
Sul primo punto, la ministra Inger Stojberg ha spiegato agli eurodeputati di Bruxelles che si tratta di una misura ”puramente simbolica”, volta a scoraggiare l”arrivo di futuri immigrati, e ha poi ribadito quanto detto nei giorni precedenti dal suo governo, ossia che la confisca dei beni serve a fare fronte alle loro spese di soggiorno nel Paese: “Nel nostro paese offriamo molti servizi – il vitto, l”alloggio, le cure mediche e i corsi per imparare la lingua – quindi trattiamo i profughi molto bene, alla stessa stregua dei cittadini danesi. Il nostro wellfare- ha poi chiarito- applica un principio secondo cui se la persona puo’ soddisfare i propri bisogni con le sue risorse, allora deve farlo, ed e” una regola che facciamo rispettare a tutti. Una persona non puo” pesare sulle casse dello Stato” ha sottolineato.
“Il tetto di 10mila corone- ha proseguito- infatti e’ lo stesso che viene applicato ai cittadini danesi che hanno bisogno di aiuti sociali”. Sulla possibilita’ di confiscare gioielli o oggetti preziosi – qualora la persona fosse sprovvista di denaro contante – la ministra degli Esteri ha risposto di no: “Se si tratta di un oggetto che oltre al valore materiale, riveste anche un significato affettivo – come una fede nuziale o un gioiello – allora certamente non lo confischiamo”. Ma bisognera’ capire quale sara’ il criterio con cui sara’ valutata una situazione di questo tipo.
La Danimarca, ha ricordato infine il capo degli Esteri per motivare l”approvazione della legge in programma per oggi, ha accolto 13mila profughi, e in futuro prevede l”arrivo di altri 25mila, insomma “un numero altissimo”. Come osservano alcuni quotidiani francesi, non e” la prima volta che la Danimarca cerca una strategia per dissuadere i rifugiati a scegliere il paese nordeuropeo come meta di arrivo. Fece molto discutere ad esempio l’acquisto a settembre scorso di spazi pubblicitari in Libano in cui veniva illustrato a probabili futuri migranti che le procedure burocratiche di ingresso erano divenute piu’ rigide e complesse in quel paese.
Per quanto riguarda il secondo punto della riforma, il ricongiungimento familiare potra’ essere richiesto non piu” dopo il primo anno dall’arrivo, bensi’ dopo il terzo. Molte organizzazioni internazionali hanno mosso vive proteste contro una misura che considerano in contrasto con la Convenzione europea sui diritti dell”uomo e la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo: ma Copenaghen non e’ d’accordo, e ieri in Commissione europea ha persino paventato la possibilita” di modificare le Convenzione di Ginevra in materia di rIfugiati. La riforma sulla legge per l”immigrazione oggi otterra” molto probabilmente l”approvazione in parlamento: proposta dal partito di maggioranza Venstre, gode dell”appoggio del Popolo danese, una formazione di destra che ha raccolto molti consensi tra i danesi contrari all”aumento degli immigrati nel paese, e che al contrario di altri cittadini europei hanno accolto favorevolmente questa riforma. Anche i social democratici, infine, si sono lasciati convincere a votarla. (Dire)
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