Il 27 gennaio di 71 anni fa venivano abbattuti i cancelli di Auschwitz, i sopravvissuti venivano liberati e le atrocità all’interno del campo di concentramento polacco mostrate al mondo. Oggi l’Italia celebra il Giorno della Memoria per non dimenticare le vittime dell’Olocausto. Oltre 8.600 furono gli ebrei deportati dall’Italia. Ad Auschwitz ne arrivarono 1.022 solo dal ghetto di Roma, di cui tornarono appena in 116.
Auschwitz, “con tutto che racchiude e rappresenta, è un buco nero nella storia dell’umanità” ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della commemorazione al Quirinale.”E’ un’illusione alzare muri e ricercare negli Stati nazionali un’inverosimile sovranità perduta dopo aver ricordato che la costruzione dell’Ue fu la risposta politica più importante a decenni di guerre, totalitarismi e stermini. Ora l’Europa è in affanno ma tornare al nazionalismo non protegge da nuove insidie. “I nazionalismi generano diffidenza, rivalità crescenti, contrapposizioni, ostilità: una china pericolosa che abbiamo vissuto nel Novecento e alla quale statisti illuminati hanno contrapposto l’integrazione europea”.
Il premier Matteo Renzi ha voluto ricordare il capitolo più buio della storia europea anche su Twitter: “Ricordo i viaggi ad Auschwitz con Nedo e gli studenti. MAI più!”. E come lui hanno fatto ministri e politici, ad inziare da Maria Elena Boschi: “Io non dimentico. Oggi. E per sempre”.
Scopo della Giornata della Memoria – aveva spiegato ieri il presidente del Senato Pietro Grasso – è “conservare il ricordo dell’orrore sorto nel cuore dell’Europa, delle vittime, del dolore, ma al contempo anche l’esempio di tante persone giuste”.
Per Debora Serracchiani “la giornata della Memoria è ricordo, conoscenza, dolore. Patrimonio di cuore e ragione che impegna a lottare contro intolleranza e razzismo” .
Un ricordo “doveroso e sentito” – sostiene il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni – perché quello che e’ successo nei campi nazisti “ci obbliga sempre a fare i conti con noi stessi, con la nostra natura di uomini e con la presenza del male del mondo”. Sono stati tanti – ha aggiunto – i cittadini italiani e lombardi ad avere vissuto il dramma della deportazione e del lavoro forzato. Non ci sarà mai abbastanza giustizia per le loro sofferenze, ma nostro dovere e’ tenere vivo il ricordo e custodire la loro esperienza”.
Coinvolgere i giovani: è l’unico modo che abbiamo perché quell’orrore non si ripeta mai più, per costruire gli anticorpi contro violenza, discriminazioni e odio” ne è convinto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. E per questo – scrive su Facebook “300 ragazze e ragazzi delle scuole dei Castelli Romani saranno ad Auschwitz per un viaggio della Memoria possibile grazie all’impegno delle loro famiglie “.
Per Silvio Berlusconi ricordare non basta. “A 71 anni dalla liberazione del Campo di concentramento di Auschwitz ricordare il passato è necessario ma non sufficiente di fronte ad un antisemitismo che si ripresenta al Mondo sotto altre vesti, ma con le stesse odiose finalità. Anche nel 2015, purtroppo, abbiamo assistito a gravissimi episodi di antisemitismo e di antisionismo. Penso all’orribile attentato all’Hyper Cacher di Parigi e agli accoltellamenti contro civili inermi in Israele e in Francia e addirittura a Milano, in viale San Gimignano”.
“Non si può discutere il diritto dei nostri “fratelli” ebrei ad essere pienamente loro stessi, a vivere in pace e sicurezza, in qualsiasi paese del mondo: in Italia come in Francia, negli Stati Uniti come in Israele. Se non difendiamo questo principio, rendiamo vano il sacrificio di quelle vittime che oggi diciamo di voler ricordare e dei tanti non ebrei che, come mia madre, con gesti più o meno grandi, si sono opposti alla barbarie del nazismo” prosegue Berlusconi, “In un momento storico in cui nuove ideologie, come quelle del terrorismo islamico, ripropongono messaggi di distruzione, e’ nostro dovere rimarcare ed evidenziare in tutti i modi possibili quali tragiche conseguenze comportano queste ideologie di morte. Non per inscenare vuote celebrazioni, bensì per difendere ancora una volta la nostra civiltà dalla barbarie”.
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