Unioni civili: l’Arcigay al sindaco di Chieti

“Il sindaco Di Primio esce dai ranghi e usa il nome della Citta’ di Chieti per sostenere battaglie, a livello nazionale, contro il riconoscimento dei diritti civili di ogni essere umano. Questo fa, benche’ nessuno gliel’abbia chiesto”. LO afferma, in una nota, il presidente di Arcigay Chieti “Sylvia Rivera”, Adelio Iezzi. “Per gettare ulteriore benzina […]

“Il sindaco Di Primio esce dai ranghi e usa il nome della Citta’ di Chieti per sostenere battaglie, a livello nazionale, contro il riconoscimento dei diritti civili di ogni essere umano. Questo fa, benche’ nessuno gliel’abbia chiesto”. LO afferma, in una nota, il presidente di Arcigay Chieti “Sylvia Rivera”, Adelio Iezzi.

“Per gettare ulteriore benzina sul fuoco, peraltro, con un atteggiamento istituzionale ancora una volta singolare, il sindaco, con sua comunicazione di qualche giorno fa su carta intestata, tenta di confondere le idee e tira in ballo il concetto dell’utero in affitto, che non e’ assolutamente presente nel progetto Cirinna’ e che, come sanno perfettamente ormai tutti, compreso il corpo elettorale di Di Primio – osserva Iezzi – costituisce una pratica cui fanno ricorso in sostanza esclusivamente le coppie eterosessuali. Nando Pagnoncelli, sin dallo scorso ottobre, con un articolo del Corriere della Sera facilmente rintracciabile in rete, ci informa che tre italiani su quattro sono favorevoli al riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, ma il Sindaco evidentemente non ha ben compreso il concetto di democrazia e si ritiene rappresentante di una volonta’ maggioritaria che non esiste nel Paese e non esiste nella Citta’ di Chieti. Davvero singolare. Dunque – conclude la nota – il sindaco si fa esponente di dottrine, forse pseudo religiose, iscrivendo, di forza e per sempre, il nome di Chieti negli annali della discriminazione omofoba ed incostituzionale”.

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