Gli abitanti della città assediata di Madaya continuano a morire di fame, nonostante la fornitura di aiuti con i convogli umanitari, perché la coalizione guidata dal governo siriano blocca l’arrivo di forniture mediche salvavita alla città, dichiara Medici Senza Frontiere (MSF).
Secondo gli operatori sanitari supportati da MSF a Madaya, 16 persone sono morte dall’ultima fornitura di aiuti con tre convogli umanitari all’inizio del mese.
“E’ assolutamente inaccettabile che la gente continui a morire di fame e che i casi medici critici restino in città quando dovevano essere evacuati settimane fa” dice Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di MSF.
Dopo i pesanti bombardamenti di Madaya della scorsa estate e l’inasprimento dell’assedio durante l’inverno, le massicce restrizioni all’assistenza umanitaria rendono indisponibili le forniture mediche essenziali, inclusi cibo terapeutico per curare i casi più gravi di malnutrizione.
Secondo MSF tra 1,5 e due milioni di persone sono sotto l’assedio imposto sia dalla coalizione guidata dal governo siriano che dai gruppi dell’opposizione. In molti di questi luoghi, l’evacuazione medica è vietata e materiale medico, medicine e cibo terapeutico vengono continuamente bloccati ai posti di blocco. Con il risultato che le equipe sanitarie in queste aree semplicemente non possono rispondere alle esigenze mediche. A Madaya, la situazione è ancora peggiore dato che non ci sono medici in città.
Su una popolazione di 20.000 persone in città si stimano 320 casi di malnutrizione di cui 33 casi gravi, che sono in pericolo di vita se non ricevono un trattamento immediato ed efficace.
“C’è bisogno di una presenza medica permanente e indipendente a Madaya” dice de le Vingne, direttore delle operazioni di MSF. “Ci aspettiamo un peggioramento della situazione medica perché l’accesso alle cure sanitarie per le persone in città resta estremamente limitato”.
I medici supportati da MSF stanno riferendo di casi di malnutrizione in altre città della Siria inclusa Moadamiyah, a sudovest di Damasco.
“Tutte le parti in conflitto responsabili di questa strategia di assedio devono consentire immediatamente l’accesso di aiuti umanitari e medici secondo il Diritto Umanitario Internazionale. Questo include la sospensione di qualsiasi restrizione all’evacuazione medica da queste zone” dice de le Vingne.
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