Commemorazione della battaglia di Pizzoferrato

Sabato 6 febbraio si svolgera’ a Pizzoferrato una cerimonia commemorativa per il 72esimo anniversario della battaglia del 3 e 4 febbraio 1944 dove furono uccisi dai tedeschi 13 patrioti della “Brigata Maiella”. La manifestazione si svolgera’ a partire dalle 11 nella chiesa della Madonna del Girone e comprende prima la celebrazione di una messa e […]

Sabato 6 febbraio si svolgera’ a Pizzoferrato una cerimonia commemorativa per il 72esimo anniversario della battaglia del 3 e 4 febbraio 1944 dove furono uccisi dai tedeschi 13 patrioti della “Brigata Maiella”. La manifestazione si svolgera’ a partire dalle 11 nella chiesa della Madonna del Girone e comprende prima la celebrazione di una messa e subito dopo la presentazione del libro “Passione Pennadomo” di Ottavio Di Renzo De Laurentis, la cui seconda parte e’ tutta dedicata al ricordo delle vicende storiche sulla partecipazione dei pennadomesi alla guerra di Liberazione, fra cui la battaglia di Pizzoferrato. La cerimonia, organizzata dal Comune di Pizzoferrato, vedra’ la presenza del Comune di Pennadomo, della Fondazione e dell’Associazione “Brigata Maiella” e degli alpini di Pizzoferrato, e si concludera’ a mezzogiorno nella piazza principale di Pizzoferrato – davanti al Comune, dove e’ affissa una targa marmorea che ricorda i 13 patrioti uccisi dai tedeschi – con la deposizione di corone di fiori.

La cerimonia sara’ accompagnata dalla Banda musicale “Citta’ di Pizzoferrato, nella memoria di quella battaglia del 1944 che fu definita dal padre fondatore della gloriosa “Brigata Maiella”, Ettore Troilo: “la piu’ cruenta di tutte le altre e in cui i patrioti hanno dato fulgida prova di eroismo e sacrificio”. I patrioti della “Brigata Maiella” insieme ad un plotone di 25 soldati britannici, raggiunsero Pizzoferrato per liberarla dall’occupazione tedesca alle ore 4 del mattino del 3 febbraio dopo nove ore di una faticosa marcia notturna sotto una costante bufera di neve, e gia’ alle 4,45 la neve si macchio’ di sangue con il primo caduto: il maggiore Lionel Wigram comandante della spedizione. La battaglia in pochi minuti divampo’ in tutto il paese con esiti alterni anche se si noto’ un certo sbandamento e smarrimento tra le fila degli italiani.

Ma presto lo sbandamento fu superato per l’alto spirito patriottico e i nostri si disposero sulle rocce circostanti la chiesa della Madonna del Girone sdraiati sulle neve per attaccare Casa Casati dove era asserragliata la gran parte della guarnigione tedesca. Verso la 10,30 la situazione precipito’ a sfavore degli italiani che furono costretti a rifugiarsi dentro la piccola chiesa della Madonna del Girone dove speravano di aver salva la vita. Ma i tedeschi passarono al contrattacco e con scariche di mitragliatrici e bombe a mano lanciate dalle finestre, sfondarono prima la porta e poi una infinita’ di micidiali pallottole si sparsero in tutta la chiesa, colpendo a raffica l’altare, il muro dell’abside intorno al Crocifisso e uccidendo tutti i patrioti che stavano al suo interno.

La cruenta battaglia dopo l’eccidio dentro la chiesa continuo’ ancora fino all’ora del tramonto, alle 17,30 circa: agli angoli delle case silenziose e vuote, sulle rocce coperte di neve e dentro la piccola chiesa giacevano i corpi dei 13 patrioti caduti in combattimento. Un silenzio agghiacciante dominava nell’aria, la neve calpestata era tutta seminata di bossoli, di armi, chiazzate qua e la’ di sangue. Ma l’eroico sacrificio dei patrioti della “Brigata Maiella” raggiunse lo scopo di liberare Pizzoferrato. Infatti all’alba del 4 febbraio i tedeschi superstiti (i loro morti furono circa 23) batterono la ritirata. Furono suonate le campane della Chiesa in segno di Liberazione del Paese. “Fu grazie anche a questa azione di guerra e a questo sacrificio – dice il sindaco di Pizzoferrato, Palmerino Fagnilli – che la bandiera della “Brigata Maiella” fu decorata con una “Medaglia d’oro al valore militare”, un riconoscimento che ci riempie di orgoglio e al tempo stesso di infinita gratitudine per le liberta’ riconquistate dopo anni di feroce dittatura nazifascista”.

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