Si intitola “P.s. Post Scriptum” e l’ha composta Giuseppe Catalano, detenuto presso il carcere milanese di Opera: è il testo vincitore dell’ultima edizione di “Parole liberate: oltre il muro del carcere”, il Premio per poeti della canzone riservato alle persone detenute nelle carceri italiane, che sarà ospite della serata conclusiva del 66° Festival di Sanremo.
In questo modo, Carlo Conti e gli autori del Festival promuoveranno l’idea dell’Associazione di Promozione Sociale Parole Liberate: chiedere ai detenuti non semplicemente di “scrivere una poesia”, ma di divenire co-autori di una canzone. Ogni anno, infatti, la lirica vincitrice viene affidata a un “big” della musica italiana, perché la trasformi in canzone. Come è accaduto lo scorso anno con “Clown fail”, scritta da Cristian Benko, in arte Lupetto – all’epoca detenuto nel carcere milanese di San Vittore – e musicata da Ron.
In questo modo, sollecitando la creatività delle persone detenute con la combinazione tra parole e musica, “Parole liberate” vuole aprire un nuovo canale di comunicazione tra il carcere e la società civile: il detenuto viene invitato a esprimere i propri pensieri, le proprie emozioni, i propri problemi, portandoli “oltre il muro del carcere”, mentre le persone “libere”, grazie a una maggiore conoscenza della realtà penitenziaria e delle condizioni in cui si sconta la pena, superando barriere e pregiudizi possono comprendere come i detenuti non vadano considerati dei “diversi” persi per sempre, ma debbano essere aiutati, come vuole l’articolo 27 della Costituzione, a reinserirsi pienamente nella società, alla quale potranno dare un contributo questa volta positivo.
“Parole liberate” nasce da un’idea dell’autore Duccio Parodi, sviluppata con il giornalista Michele De Lucia e con l’attore Riccardo Monopoli. L’iniziativa si svolge in collaborazione con il Premio Lunezia di Stefano De Martino, che lo ospita come Sezione speciale.
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