Condire o cucinare gli alimenti con olio d’oliva aiuta a contenere le impennate della glicemia dopo i pasti nei soggetti con diabete di tipo 1. Questo contribuisce a migliorare il controllo del diabete e dunque a proteggere i vasi dalle complicanze di questa malattia. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori della Societa’ italiana di diabetologia (Sid) in uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care.
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno arruolato 13 pazienti con diabete di tipo 1 (8 donne e 5 uomini), tutti in trattamento con una pompa da insulina e sottoposti a monitoraggio continuo della glicemia con un sensore portatile. ). I partecipanti sono stati assegnati a consumare una serie di pasti con la stessa quantita’ di carboidrati ma costituiti: da pasta e lenticchie, pane integrale e mela (a basso indice glicemico) oppure riso, pane bianco e banana (ad alto indice glicemico). Entrambi i tipi di pasto sono stati somministrati ai pazienti in tre diverse “declinazioni” relativamente al contenuto di grassi: poveri di grassi, pasto ricco di grassi saturi (burro), pasto ricco di grassi monoinsaturi (olio extravergine d’oliva, EVOO). Come atteso, i pasti ad alto indice glicemico hanno determinato un aumento della glicemia maggiore e piu’ precoce rispetto a quelli a basso indice glicemico. Tuttavia, nell’ambito dei pasti ad alto indice glicemico, l’aggiunta di olio d’oliva extravergine attenuava il picco di glicemia post-prandiale osservato sia con il pasto con burro che con quello a basso contenuto di grassi. “Uno o due cucchiai di olio extravergine di oliva ai pasti – ha detto Gabriele Riccardi, past president della Sid – possono aiutare a moderare la glicemia senza dover limitare eccessivamente gli alimenti che contengono carboidrati, anche quelli come pane, riso, polenta e patate che hanno un indice glicemico piu’ elevato”.
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