Si è aperta il 15 a Londra e proseguirà anche domani, 16 febbraio, la Conferenza sulla Migrazione, organizzata dalla British Red Cross. Sono presenti 30 Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, insieme per pianificare una risposta condivisa sul tema dei migranti.
Di seguito l’intervento del Vice Presidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e Presidente Nazionale CRI, Francesco Rocca.
Cari colleghi e amici della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa,
è un piacere per me essere qui oggi in occasione della Conferenza Europea sulla migrazione. Vorrei prima di tutto esprimere la mia gratitudine alla British Red Cross per averla organizzata e per la calorosa accoglienza a Londra.
Un grande ringraziamento va anche ai colleghi della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR) coinvolti nell’organizzazione di questo importante evento.
Questo incontro si svolge solo due mesi dopo gli Statutory Meetings di Ginevra a dimostrazione di come e quanto il tema della migrazione ci coinvolga tutti.
E vorrei anche aggiungere: finalmente! Finalmente, infatti, la migrazione è diventata una priorità europea, e non più solo una questione legata all’area del Mediterraneo. Negli ultimi anni tutte le Società Nazionali europee sono state coinvolte nell’assistenza e nella protezione dei migranti perché l’Europa è un punto di ingresso, di transito ed è la destinazione finale.
Abbiamo speso tempo, denaro, energie.
Come Società Nazionali europee ci siamo impegnate, nella Call for Action di Firenze nel giugno 2014, affinché spingessimo i Governi a cooperare con noi per proteggere e assistere la vulnerabilità e la diversità.
Finora la risposta sul campo è stata improntata sull’ emergenza. Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti che la FICR ha in dotazione per l’intervento e la risposta immediata. Ciò che è stato fatto sul campo è un lavoro enorme, a volte molto difficile, ma ora non possiamo continuare a lavorare come se dovessimo affrontare un’emergenza, lasciando ad esempio che ogni paese interessato da fenomeni migratori lanci un appello isolato. Inoltre non dobbiamo dimenticare il lavoro fatto dal Segretariato della FICR che ci ha dotato di nuovi strumenti per affrontare questo tema: la sezione apposita sulla migrazione, il piano d’azione e la dichiarazione di Tunisi.
Il tema dei flussi migratori deve essere una delle priorità per il Movimento.
Quello che dobbiamo fare ora è: collegare questi due livelli (risposta immediata e programmazione) e mettere in atto il piano.
Il mio augurio è che questa conferenza, che cade proprio all’inizio del 2016, ci permetta di essere pronti a reagire e a gestire il flusso migratorio che continuerà nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
In primo luogo dobbiamo essere realistici: non vedo miglioramenti per il prossimo futuro rispetto a questa situazione e, purtroppo, sono convinto che ci saranno altri morti, altra sofferenza umana, altri uomini, donne e bambini che si sentiranno soli, non protetti né rispettati nella loro dignità di esseri umani.
Spetta a noi anticipare che cosa accadrà e restare in allerta.
Dobbiamo pensare globalmente, includendo nella nostra azione i paesi di origine e le rotte migratorie.
Dobbiamo essere pronti a condividere le best practices, scambiandoci le esperienze fatte sul campo per migliorare la nostra capacità di risposta.
La migrazione, come detto prima, non è un’emergenza improvvisa o un fenomeno straordinario.
La migrazione ha la propria continuità e dobbiamo organizzare un sistema flessibile in grado di garantire una risposta adeguata alle dimensioni delle esigenze.
Ciò è possibile con una forte cooperazione tra Società Nazionali, e con un flusso continuo di informazioni costantemente disponibili.
La FICR dovrebbe svolgere un ruolo in questo come facilitatore.
In primo luogo la capacità delle Società Nazionali può essere rafforzata grazie al sostegno della Federazione, che potrebbe sviluppare un suo piano logistico di azione così da includere anche la possibilità di istituire un’Unità di Emergency Response dedicata alla migrazione.
Abbiamo bisogno di identificare gli strumenti finanziari e operativi da utilizzare quando è richiesto il massimo sforzo.
In secondo luogo c’è proprio lo sviluppo di nuovi strumenti in termini di questioni finanziarie. Appelli nazionali e isolati non possono rappresentare nel prossimo futuro il modo più appropriato per raccogliere risorse economiche.
Cominciamo a pensare a livello regionale, utilizzando la possibilità di proporci all’Unione Europea come leader nella risposta umanitaria.
D’altronde siamo presenti in tutti i paesi europei, così come nei paesi di origine, garantendo una continuità nell’incontrare i bisogni dei più vulnerabili tra un confine e l’altro.
Siamo in grado di portare nelle sedi opportune le voci di chi spesso non ha voce proponendo azioni concrete da intraprendere sia a livello nazionale, sia internazionale.
L’Unione Europea finora sembra sia stata più interessata a sanzionare i paesi di arrivo, come l’Italia e la Grecia, senza mettere invece in azione concrete politiche di gestione dei flussi migratori. Finora, parlando francamente, le reazioni dei paesi dell’Unione europea, a livello nazionale, sono state schizofreniche e unicamente finalizzate a impedire l’arrivo di migranti, senza mettere in campo alcun tipo di azione comune e condivisa.
Essendo il nostro Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa in prima linea, abbiamo il dovere di ricoprire un ruolo di sentinella per le sfide future continuando, nel nostro ruolo ausiliario, a proporre soluzioni e accordi per proteggere esseri umani.
Data la nostra esperienza oggi sul campo, noi possiamo chiedere la giusta attenzione e le giuste risposte da parte dei Governi. Perché se da un lato Istituzioni e la società civile ci riconoscono un ruolo fondamentale in termini di assistenza ai migranti, dall’altra parte ora ci aspettiamo di mantenere questa leadership riconosciuta. Questo deve essere in tutti i campi interessati: dall’assistenza all’advocacy, dalla capacità di risposta alla reale comunicazione di quelli che sono i bisogni reali.
Al tempo stesso abbiamo anche la capacità di far conoscere il nostro lavoro alle comunità di accoglienza, così come di favorire reali processi d’integrazione evitando crescenti fenomeni di xenofobia e razzismo.
Per citare ancora una volta la Call for Action di Firenze, anche in quell’occasione abbiamo chiesto alle comunità di lavorare con noi per favorire l’integrazione.
Certo, dopo quello che è successo a Parigi e a Bruxelles con una conseguente crescita della paura di attacchi terroristici in tutta Europa, il nostro compito è sicuramente sempre più difficile, ma a maggior ragione dobbiamo continuare a rassicurare l’opinione pubblica e a sostenere con forza che migrante non significa terrorista o criminale.
Siamo nati per fronteggiare le conseguenze di una guerra che sono anche conseguenze umanitarie.
Quando parliamo di migrazione, dobbiamo lavorare per ridurre le sue principali conseguenze legate alla vulnerabilità delle persone.
Per questo motivo abbiamo bisogno di essere coinvolti nel sistema di accoglienza, affinché si stabiliscano regole minime per il rispetto della dignità umana in ogni passaggio del percorso migratorio con un monitoraggio costante del sistema.
Le conseguenze di alcune decisioni politiche potrebbero significare maggiore vulnerabilità per coloro che sono privi di documenti o sono stati diniegati.
E questa vulnerabilità persisterà e comprometterà le generazioni future.
Cari amici, il mio augurio è che questa conferenza possa rappresentare l’occasione per fortificare la nostra azione collettiva continuando a sostenere e coordinare la nostra capacità di risposta ai bisogni in aumento di coloro che sono più vulnerabili, di fronte ai quali abbiamo il dovere di agire.
In qualità di Vice Presidente dell’area Europa della FICR, con la presente ribadisco il mio pieno impegno a portare i risultati di questo incontro nel prossimo Governing Board e a continuare a lavorare sulla questione migranti affinché nessuna Società Nazionale si senta mai sola o non considerata.
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