Non possedere un’idea per il domani della nostra città non consente nemmeno la gestione del presente. In molti ritengono, e noi tra questi, che uno dei principali pilastri dovrà essere l’Università, la formazione e la ricerca. E’ nel dna del nostro territorio, da sempre un fattore fondamentale non solo per le economie ma per la nostra identità culturale e sociale, per il volto stesso della nostra città. All’individuazione di questo asse prioritario non hanno fatto seguito politiche pubbliche per favorire concretamente il progetto di città della conoscenza. Occorrono invece immediatamente azioni forti che pongano freno al calo degli iscritti, comune a molti Atenei, e soprattutto alla diminuzione degli studenti residenti in città.
Per il territorio infatti è fondamentale il numero di studenti residenti piuttosto che quello degli iscritti, anche se i due dati sono ovviamente in qualche misura correlati. Partendo dal fatto che i luoghi della nostra università sono organizzati su delle polarità, la nostra proposta è di concepire una residenzialità studentesca diffusa, con alloggi nuovi, sicuri e con affitti particolarmente vantaggiosi capaci di divenire un fattore di forte attrattività. Per questa ragione presenteremo una mozione che impegna l’amministrazione a destinare buona parte dei circa 600 alloggi di proprietà comunale alla residenzialità studentesca in accordo con le strutture del diritto allo studio regionale. Parliamo di quegli alloggi, tutti in case demolite e ricostruite, divenuti di proprietà comunale a seguito della decisione dei proprietari di usufruire della possibilità dell’acquisto equivalente. Sono diffusi nel territorio, molti nel centro storico. Immaginate che spinta sarebbe per gli studenti venire a vivere all’Aquila in una casa dello studente diffusa di 1.500 posti, alloggi nuovissimi e antisismici, perfettamente integrati nel tessuto sociale della città e con affitti vantaggiosi. Sarebbe veramente un’offerta unica nel panorama italiano.
Subito dopo il sisma l’Università con il provvedimento “tasse zero” ha cercato di prevenire l’emorragia degli iscritti; la Regione ha finanziato gli spostamenti su mezzi pubblici per la maggior parte degli studenti fuori sede, provvedimento necessario in mancanza di una strategia immediata atta a promuovere, almeno, la permanenza degli studenti che, infatti, hanno abitato in cittadine vicine al capoluogo. Ora è il momento di attuare un provvedimento forte, che guardi anche al futuro, per favorire la residenzialità studentesca: è giunta l’ora che il Comune divenga il regista delle azioni a favore della città universitaria. Del resto, per come vanno le cose, quei 600 alloggi da risorsa diventeranno presto per il Comune un problema, vista la sua provata incapacità gestionale. Si pongano quindi subito le basi per un accordo di gestione con la Regione, arriverebbero risorse preziose per le casse comunali, si imprimerebbe una spinta vitale per uno dei settori più importanti per il territorio e si compierebbe un’azione importante a favore del diritto allo studio. Quello della residenzialità studentesca è solo uno dei problemi di cui il Comune si dovrebbe occuparsi. Anche sulla mobilità pubblica dovranno essere prese decisioni altrettanto coraggiose e innovative cosi come sull’offerta di beni e servizi. E’ ora di porre le basi di un progetto congiunto Città-Governo per la costruzione di un polo nazionale della conoscenza. Ne abbiamo tutte le potenzialità, investiamoci con convinzione a partire dalla residenzialità, abbiamo 600 appartamenti da utilizzare con coraggio e lungimiranza. Investiamo affinché beni e servizi, librerie, strutture sportive, attività culturali siano l’humus ideale per gli studenti che verranno a risiedere nel nostro territorio e per noi tutti. Il pubblico cosi darebbe l’indirizzo a tutti i privati che vogliono investire indicando che la direzione è quella di destinare le risorse al lavoro e all’occupazione, il primo dei nostri problemi, piuttosto che sulle seconde case da affittare.
Appello per L’Aquila
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