“Ad un certo punto i prezzi saliranno: e’ indubbio”. Parola del segretario generale dell’Opec, Abdallah Salem El-Badri, intervenuto alla Ihs CERAweek, l’appuntamento annuale di Houston con il gotha dell’energia. “I prezzi cosi’ bassi non possono durare cosi’ come non potevano durare i prezzi alti”, ha osservato El-Badri sottolineando come in questo contesto “tutti i produttori stiano soffrendo, non solo i Paesi dell’Opec” e come gli investimenti nel settore siano “i semi per avere prezzi piu’ alti in futuro”. E se ci sono stati diversi cicli nelle quotazioni del greggio scese anche al di sotto degli attuali livelli, ora la situazione “e’ particolarmente difficile”, perche’, ha avvertito, “c’e’ un problema di produzione in eccesso” che va risolto a livello internazionale e non puo’ essere affrontato contando solo sui tagli della produzione del cartello petrolifero.
Quanto all’accordo di Doha, dove i ministri del petrolio di Arabia Saudita, Russia, Qatar e Venezuela, hanno annunciato di voler congelare la produzione petrolifera, El-Badri si e’ dichiarato favorevole escludendo che Iran e Iraq siano contrari. “Anche se Iran e Iraq al momento non partecipano – ha spiegato – non significa che si oppongano e anzi incoraggiano questa decisione. Per ora aspettano, replicheranno piu’ avanti”. Sulla possibilita’ di tagli produttivi invece non si sbilancia. “Il primo passo e’ il congelamento della produzione. Se avra’ successo potremo intervenire con altre azioni in futuro”, si e’ limitato a dire gettando acqua sul fuoco delle speculazioni relative ad un vertice straordinario dell’Opec il prossimo marzo. “Quello che so – ha dichiarato – e’ che c’e’ una riunione in calendario a giugno”. “Noi parliamo con l’Unione europea, con i Russi, con i cinesi, con quasi tutti tranne che con gli Stati Uniti. Quello che cerchiamo e’ un dialogo e l’Opec e’ disponibile a dialogare”. Cosi’ il segretario generale del cartello petrolifero che controlla il 40% delle produzione totale, Abdallah Salem El-Badri, durante la Ihs CERAWeek, la conferenza annuale di Houston considerata la Davos dell’energia.
“Il mercato del petrolio e’ internazionale. Nessuno puo’ aumentare la produzione e aspettare poi che siamo poi noi a tagliare. Per far salire i prezzi occorre guardare al mercato, alla domanda e alle forniture”, ha rimarcato El-Badri indicando come la rivoluzione americana dello shale abbia dischiuso un nuovo scenario. “Quando decidevano di tagliare le quote in passato non c’erano altre forniture. Oggi non e’ piu’ vero. Ogni aumento di prezzo – ha detto – verrebbe annullato dalla produzione shale immediatamente immessa sul mercato”.
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